“La nuova Cooperativa di Consumo è un’occasione persa”

Domenica inaugura il nuovo spazio del comune ma le opposizioni attaccano: "Dimensioni troppo piccole, costi enormi e lungaggini burocratiche"

Cooperativa di consumo di Comabbio

Sarà inaugurato il 20 giugno l’edificio costruito sull’area che un tempo ospitava la Cooperativa di consumo di Comabbio, acquisita dall’Amministrazione qualche anno fa, e che verrà battezzato con una mostra su Lucio Fontana. I Consiglieri Comunali Dario Leoni e Alessandro Crepaldi attaccano però la giunta ridimensionando la portata del progetto e criticando le lungaggini della realizzazione. Ecco il comunicato integrale

Quello di cui il sig. Sindaco Marina Rovelli, l’11 giugno di quest’anno, trattava sulle pagine del suo giornale con toni trionfalistici, è in realtà una pagina dolorosa e a dir poco assurda della storia del nostro paese, Comabbio.

Si tratta del nuovo edificio ex Cooperativa, di cui il sig. Sindaco, nell’articolo pubblicato dal suo giornale, fornisce una sommaria descrizione di come sarà. Infatti, il 20 giugno 2015 verrà inaugurata solamente una piccola parte di un edificio che è in costruzione, oramai, da 6 lunghi anni e che, a conti fatti, costerà alle casse comunali non meno di 2.4 milioni di euro. Dopo 6 estenuanti anni, l’edificio è ancora in costruzione e non vi è una data certa per il suo completamento.

A parte l’enormità della spesa e le bibliche lungaggini della sua edificazione, la struttura in questione rappresenta una pagina dolorosa della nostra storia per altri motivi. Primo fra tutti: per costruire l’edificio è stata precedentemente abbattuta la Cooperativa di Consumo di Comabbio, un edificio storico di altissimo valore culturale. Dal 2009 sino a pochi mesi fa, l’Amministrazione ha sempre definito, nei documenti ufficiali, «ristrutturazione» quella che nei fatti è stata una totale demolizione e ricostruzione. Il nuovo progetto, oltretutto, poco ha a che vedere col restante contesto: si tratta di un edificio in stile contemporaneo collocato nel mezzo di una piazza interamente composta da edifici tardo settecenteschi. Un altro motivo ci spinge a definire questa vicenda dolorosa: le risorse pubbliche per realizzare un simile progetto sono state interamente desunte dal tartassamento degli automobilisti perpetrato dall’Amministrazione a suon di autovelox e t-red, cosa che ha causato al nostro paese un immenso danno d’immagine a livello nazionale.

Altro motivo: l’edificio in questione è di dimensioni colossali rispetto alle reali esigenze di un piccolo paese di 1.200 anime qual è il nostro. Non si ravvisa l’utilità pratica di spazi così ampi, e non si capisce per quale motivo non sia stata presa in considerazione, molto semplicemente, una più economica e funzionale ristrutturazione del vecchio edificio della Cooperativa. Con i suoi 3 ambulatori medici, col suo ristorante da 100 posti, con quella sala polivalente da 300 mq, esso risulta enormemente sproporzionato. L’edificio non solo è enorme, ma è anche frutto di una gestione del progetto maldestra e poco avveduta. Lo stesso sig. Sindaco afferma che in esso troverà posto «un’area commerciale con due negozi ed una sala bar/ristorante», ma senza spiegare il fatto più clamoroso che riguardi quest’«area commerciale»: i tre spazi commerciali sono stati, infatti, disegnati e progettati su misura per dei privati che hanno solo «promesso» di affittarli. L’Amministrazione non ha mai richiesto loro né una caparra, né un accordo preliminare. Il risultato è stato disastroso: nel corso di questi 6 anni, metà di coloro che avevano «promesso» di affittare gli spazi commerciali si sono tirati indietro, costringendo l’Amministrazione non solo a procrastinare i lavori nell’attesa che qualcun altro si facesse avanti, ma anche a modificare in corso d’opera il progetto stesso.

Insomma, il sig. Sindaco si accinge ad inaugurare una struttura che in parte non è finita, in parte non ha ancora una destinazione d’uso e in parte è soggetta ai cambiamenti d’umore dei vari privati che, di volta in volta, «manifestano l’interesse» di affittare uno spazio commerciale. E questo non certo a causa di «situazioni non prevedibili all’atto del varo dei lavori», come dichiarato, ma di una sconsiderata scommessa sul futuro fatta sulle spalle dei contribuenti comabbiesi.

Di recente, siamo intervenuti noi Giovani Per Comabbio per risolvere un altro dei problemi che questo progetto ha accumulato degli anni: l’Amministrazione aveva, infatti, l’intenzione di lasciare la farmacia nel Palazzo Municipale, mentre avrebbe trasferito gli ambulatori dall’altra parte della piazza, nel nuovo edificio ex Cooperativa. Ciò avrebbe generato una situazione paradossale, con i pazienti che, una volta usciti dagli ambulatori situati al primo piano, sarebbero dovuti scendere al piano terra, attraversare la piazza, salire due rampe di scale per giungere, finalmente, in farmacia!

Un altro problema saranno i costi di mantenimento. Il sig. Sindaco li ha stimati in una cifra compresa fra i 3.000 e i 5.000 € annui, precisando però che si tratti di stime basate sui primi anni di vita dell’edificio medesimo. È palese quanto siano stime ottimistiche: un edificio di tre piani con migliaia di metri quadri di superficie avrà costi di mantenimento imprevedibili e, secondo i nostri timori, addirittura insostenibili a medio e lungo termine. A tal proposito, non è ancora stato chiarito l’ammontare dei costi che saranno addebitati agli affittuari o, per lo meno, la modalità con cui saranno ripartiti. Vorremmo sottolineare che ci troviamo a pochi giorni dall’inaugurazione!

E ciò di cui abbiamo trattato in questa sede è solamente una parte dei problemi che questo progetto disastroso ha accumulato negli anni. È bene che i lettori prendano atto che dietro i toni tutti rose e fiori del sig. Sindaco vi è una realtà molto più preoccupante. Avremmo gradito che il sig. Sindaco accogliesse la richiesta avanzata dai cittadini e dai gruppi d’Opposizione di convocare un incontro pubblico sullo stato del progetto, invece che chiudersi in un silenzio tombale che va avanti, oramai, da più di un anno.

In conclusione, La ringraziamo, sig. Direttore, per averci concesso questa doverosa replica. Ci auguriamo che la polemica passi ora dalle pagine di questo illustre giornale a quelle di un dibattito cittadino che veda il sig. Sindaco, finalmente, assumersi le sue responsabilità di fronte a tutti i cittadini, comabbiesi e non.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Giugno 2015
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