Luigi, travolto dalla sua auto mentre andava a mangiare

Le abitudini di un anziano che viveva da solo interrotte dalla decisione di uscire in macchina: una fatalità che ha pagato con la vita

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Anche una vita con poche abitudini non sfugge ai vicini di scala, alle signore sui balconi di questi palazzoni che si trovano a San Fermo: una strada, una scuola poco distante e altri complessi popolari. Proprio qui viveva, Luigi Zinzi, che ogni giorno alle 12 faceva la sola rampa di scale che lo separava dal cortile, usciva dal cancello, e si incamminava piano verso la pizzeria di via Brennero, dove andava a mangiare. La strada la faceva a piedi, saranno cinque minuti, dieci al massimo andando piano.

Ma Luigi oggi alle 12 ha preso l’auto. E’ questo il particolare ricordato dai tanti inquilini delle case popolari: un lamento continuo circa il degrado in cui sono obbligati a vivere: “Lo scriva”. Va bene. Infatti un uomo scende e se la prende con chi ritiene stia curiosando troppo negli affari del palazzo, male parole, maleducazione.

Altri invece raccontano. Ricordano di quell’anziano che viveva nel palazzo da quattro anni, da due aveva perso la moglie, e soffriva di problemi cardiaci.

Ricordi che si confondono col caldo di mezzogiorno, quando è avvenuta la disgrazia.

Una vecchia Honda da poco sistemata: è questa la machina che ha ucciso Luigi. L’anziano l’ha tolta dal garage, il primo da sinistra guardando la parte destra del palazzo a quattro piani dove vivono una quarantina di famiglie. E prima di varcare il cancello automatico è uscito dall’abitacolo della sua auto, forse lasciata in folle.

Una distrazione che in un attimo si è rivelata fatale: la lieve, lievissima pendenza è bastata per far muovere l’auto e schiacciarlo fra il cofano e il muro. «Ho visto che tentava di fermare la macchina, che l’ha travolto: sono corso subito a prestargli soccorso, abbiamo chiamato aiuto, ma non c’è stato nulla da fare», dice un vicino di casa che preferisce non esporsi troppo. «Un carabiniere gli ha fatto il massaggio cardiaco, hanno tentato di rianimarlo ma nulla da fare, non ce l’ha fatta».

Luigi viveva da solo al primo piano di questo enorme complesso al civico 18 di via Valsugana che si trova praticamente in cima alla salita che dalla Valle Olona porta a San Fermo. Lo schianto della sua auto ha distrutto la fotocellula del cancello automatico: alle 17 infatti un tecnico Aler ha fatto un sopralluogo per vedere i danni: fili che si intravedono, paline in metallo rotte; sono quelle che sorreggono l’occhio elettronico lì per accorgersi se qualcuno si avvicina mentre il cancello si apre.

L’auto si trova ora nella rimessa, chiusa come le tapparelle dell’appartamento al primo piano.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Giugno 2015
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