Risuona “Faccia di trudda”, e la Dinamo torna a sognare

Il nostro Eugenio Peralta, sassarese e grande tifoso della squadra di Sacchetti, era nella bolgia della sesta finale scudetto. E ci racconta le emozioni vissute

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(franz) Eugenio Peralta è stato per diversi anni la voce di VareseNews sui campi di pallavolo italiani ed europei. “Uge” però non è solo appassionato di volley, ama lo sport a tutto tondo e palpita parecchio per le squadre di cui è tifoso. Nato a Sassari, non può che essere un superfan della Dinamo che sta giocando lo scudetto del basket contro Reggio Emilia e ieri sera – mercoledì 24 – ha avuto la fortuna di assistere a una partita epica, gara 6, in cui il Banco Sardegna ha pareggiato sul 3-3 la serie battendo la Grissin Bon dopo ben tre tempi supplementari (QUI la cronaca). E sapendo che Eugenio era in tribuna, non potevamo che estorcergli un articolo con le sensazioni vissute durante le pazzesche tre ore del PalaSerradimigni.

A 40 secondi dalla fine del primo tempo supplementare il pubblico della Dinamo è completamente ammutolito: il lunghissimo sogno sta per finire, lo scudetto è nelle mani di Reggio. Dopo qualche attimo di silenzio totale parte un timido applauso dalla gradinata, ma è l’applauso rassegnato del «bravi lo stesso, ci avete provato». Non sanno, i tifosi sassaresi, che la partita vera deve ancora cominciare: una follia di Dyson sulla sirena e poi altri due overtime di speranza, delusione, sofferenza, infine gioia incontenibile.

Quando risuonano le note delle canzoni popolari Faccia di trudda e Lu zarrettu (un po’ come suonare allo stadio «Osteria numero venti/paraponziponzipò», per intenderci) è il segnale che finalmente Sassari è tornata a crederci, nonostante gli incredibili errori sotto canestro di Sanders, il temperamento lunatico di Logan, l’uscita per cinque falli di un monumentale Lawal, i fischi arbitrali non sempre favorevoli e spesso discutibili. Reggio ci prova fino all’ultimo e gioca anche meglio degli avversari, ma si porta dietro il fardello psicologico del vantaggio più volte sprecato: gli errori in attacco e dalla lunetta sono spie impossibili da ignorare.

Il pubblico del PalaSerradimigni impazzisce, e d’altronde per tutti è la partita della vita: c’è chi ha fatto la fila dalle 18 della sera prima, chi è entrato all’ultimo secondo vincendo un concorso, chi era in aereo al momento della contesa iniziale ed è riuscito a raggiungere parenti e amici per il terzo e ultimo supplementare. Il sale grosso sparso abbondantemente sulle mura dell’impianto ha funzionato, o forse è stata la presenza scaramantica di un Gigi Datome venerato come un totem. In ogni caso, dopo l’ovazione finale che ha il suono di un sospiro di sollievo, per le strade si può finalmente dare il via ai festeggiamenti: gli scatenati tifosi del Dinamo Club Oliena con tanto di carro celebrativo fanno da avanguardia a coach Sacchetti, l’unico a presentarsi al “terzo tempo” della Club House.

Venerdì in gara 7 (a proposito: la diretta andrà su Rai3 in prima serata! ndr) sarà ancora un’altra storia, l’ennesima di questi playoff, ma oggi a Sassari «chi non salta non ci crede»…

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Pubblicato il 25 Giugno 2015
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