Alberi da tagliare, “armistizio” tra sindaco e Comitato

Primo incontro faccia a faccia. È venuto fuori un accordo per valutare modifiche al progetto, che oggi prevede di sacrificare 14 tigli

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Mille e più firme per i tigli di Samarate. Il traguardo – simbolico – delle mille adesioni alla richiesta di salvare gli alberi è arrivato nella serata di domenica 26 luglio. E nella giornata di lunedì Comitato e amministrazione comunale hanno avuto un incontro (per due ore), al termine del quale è stato rilasciato un comunicato congiunto.

«Siamo stati convocati dal sindaco, in una delegazione di 8 persone e un bambino, abbiamo trovato tutta la giunta» dice Emanuela Signorini, uno dei promotori del Comitato. «Abbiamo discusso per due ore e abbiamo steso un comunicato comune, noi e il sindaco».

Questo il testo della breve nota su primo abboccamento tra Comitato e amministrazione: “L’incontro tra il Comitato per la difesa dei tigli di via 22 marzo e il sindaco Tarantino (presenti assessori Cariglino, Macchi, Moi, Puricelli), ha confermato la disponibilità dell’amministrazione comunale a valutare la possibilità di individuare soluzioni alternative a quella ora in progetto, per salvaguardare l’alberatura esistente e conservare gli obbiettivi che il progetto si era posto: in particolare la sicurezza dei marciapiedi e il loro utilizzo ciclopedonale” (bocche cucite in amministrazione, nessun commento sulla vicenda).

Il Comitato ha anche ottenuto di poter leggere un documento in apertura di consiglio comunale, martedì sera, per raccontare al pubblico la nascita  del comitato e le richieste fatte sulla via. «La raccolta di firme non si è chiusa: le mille persone che hanno firmato vogliono continuare a far sentire la loro voce e a raccogliere altre firme». Il Comitato ha anche contattato un agronomo dello Studio Riva di Varese per una sorta di perizia di parte sui tigli.

Fin qui l’accordo, poi c’è tutto il dibattito che continua a imperversare sul tema. Già nei giorni scorsi ha fatto discutere molto anche la ricostruzione del momento di tensione vissuto giovedì a metà giornata, tra la pattuglia di donne arrivata sul posto per difendere gli alberi e il plotone di assessori e tecnici comunali intervenuti. Nella giornata di lunedì 27 marzo è nata anche una polemica sul comunicato del Movimento 5 Stelle (per un refuso nel nome di battesimo del vicesindaco Alessandra Cariglino).

Al centro della mobilitazione, prima ancora delle forze di opposizione (pur presenti fin da settimana scorsa) sta ancora, prima di tutto, il gruppo di donne sempre presenti, tra gli alberi di via 22 marzo e i punti dove si raccolgono le firme. Tra loro c’è la pasionaria Angela Greco, che ha anche risposto a chi ha accusato il gruppo di pensare più agli alberi che alle vite dei bambini e degli anziani (era un passaggio molto duro del comunicato della Lega Nord). «Da giovane – ha scritto Angela Greco – ero rappresentante di fabbrica, battaglie per la piazza, contro la violenza in piazza, per la maternità, per la scuola, firme per l’Amazonia, contro la lapidazione delle donne islamiche, sono donatrice di organi, raccolte per la ricerca sul cancro, ogni giorno do il pane a chi non può comprarlo, porto a casa i bambini di Chernobyl, ho ospitato famiglie albanesi nel ’90 è molto altro. Mio padre mi ha lasciato questi valori: la famiglia, il lavoro, la lealtà e la libertà».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 28 Luglio 2015
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