Expo in carcere, ecco il “Padiglione Miogni”

Il gruppo di persone detenute che fa parte della redazione del giornale ha portato avanti un progetto sul ruolo del cibo nell'istituto. Si pensa a un evento a ottobre

Carcere Varese Miogni

“Per noi Expo erano solo più aerei sopra la nostra testa durante l’ora d’aria. Poi ci siamo resi conto che poteva esserci un Expo dedicato al cibo anche fra queste mura”. Da questa riflessione, nata grazie alla provocazione di una delle assistenti volontarie che ogni settimana entrano in carcere, un gruppo di detenuti dei Miogni di Varese ha dato vita – per ora sulla carta – al “Padiglione Miogni”.

Il progetto si intitola “Nutrire il pianeta carcere, energia per la vita sospesa” ed è nato all’interno della redazione di “9m2 news“, il giornale dell’istituto. In redazione un gruppo di detenuti – Sandro, Francesco, Marco, Amin e Marco – guidati da Emanuela Giuliani e Magda Ferrari dell’Associazione assistenti carcerati San Vittore Martire, Maria Mongiello, capo area educativa della Cara Cirondariale e Sergio Preite di Enaip.
Al centro del progetto l’analisi del ruolo del cibo in carcere abbinato, come nel caso dell’esposizione universale, al rapporto con le diverse culture. Non tutti (e non in tanti) all’esterno forse sanno che il carcere è dotato di una cucina che prepara i tre pasti principali per tutti, ma che molte persone detenute preferiscono cucinare in cella. Operazione non facile, quando la “cucina” si riduce a un fornelletto da campeggio, ma che non impedisce di “sfornare” torte e pizze. Nell’immaginario collettivo sono i parenti che portano scorte alimentari ai detenuti ai colloqui, ma poi nella realtà succede che è il detenuto a presentarsi con i biscotti appena fatti, magari da un compagno di detenzione più abile ai fornelli.

Il Decumano di Expo (il lungo viale lungo il quale si snodano i padiglioni dei diversi paesi) ai Miogni è composto da Marocco, Albania, Pakistan, Romania, America Latina, Ghana e Tunisia. Il Cardo (il viale dedicato all’Italia che incrocia il Decumano) invece rappresenta Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Sicilia, Emilia Romagna, Puglia e Calabria. Non poteva mancare l’albero della vita che sempre un gruppo di persone detenute ha realizzato all’interno di un altro laboratorio con una tecnica particolare a partire dai fogli di quotidiani.

Al momento il progetto Padiglione Miogni ha portato alla stesura di una relazione che potrebbe diventare un opuscolo più agevole per dare un punto di vista diverso su Expo. Oltre ai testi ci sono dei disegni che in alcuni casi aiutano a spiegare meglio alcune situazioni. La speranza è quella di realizzare anche un evento a ottobre.

Valeria Vercelloni
valeria.vercelloni@varesenews.it
Pubblicato il 20 Luglio 2015
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