Frontalieri: sul tavolo in Regione tassazione e casellario giudiziario

Questi gli argomenti "caldi" dell'incontro, in Commissione regionale, con l’incaricato del Ministero dell’Economia alle trattative con Berna, Vieri Ceriani

«Continua la trattativa tra l’Italia e la controparte Svizzera in merito all’accordo fiscale sulla tassazione dei lavoratori frontalieri; il tono generale e’ costruttivo, pur permanendo alcuni elementi di tensione, su cui appunto le parti si stanno confrontando». E’ quanto dichiara il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega all’Attuazione del programma, Rapporti con le istituzioni nazionali e Relazioni internazionali Alessandro Fermi, al  termine della Commissione speciale ‘Rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome’, che si e’ riunita, oggi pomeriggio, a Palazzo Pirelli, alla quale e’ intervenuto il consigliere del Ministero dell’Economia e delle Finanze Vieri
Ceriani. Erano presenti anche le organizzazioni sindacali, i Comuni di frontiera e l’Associazione che li rappresenta.

«I punti cardine su cui si sta costruendo l’accordo – spiega Fermi – sono il principio costituzionale di equita’ di trattamento e il principio sancito a livello europeo di liberta’ di movimento delle persone. Questo significa che il frontaliere che lavora in Svizzera dovra’ avere lo stesso trattamento fiscale del lavoratore frontaliere che opera in un qualsiasi altro Paese con cui ci sono accordi bilaterali in corso».

«Tale equiparazione – aggiunge il sottosegretario – verra’ garantita da un percorso graduale: inizialmente, e comunque non prima del 2018, la tassazione svizzera calera’ dal 100 per cento al 70 per cento, il salario percepito in Svizzera sara’ quindi tassato in Italia, in modo da ristabilire la tassazione al 100 per cento. Successivamente il livello di tassazione sara’ equiparato a quello degli altri lavoratori frontalieri, ma l’entrata a regime effettiva avverra’ nell’arco dei prossimi 10 anni».

LA QUESTIONE DEL CASELLARIO GIUDIZIARIO

Nel corso dell’incontro si e’ affrontato anche il tema della richiesta del casellario giudiziario, argomento collegato a quello della fiscalita’ dei frontalieri ma non oggetto dell’intesa. «Mi auguro che la Svizzera possa ritirare questa misura – commenta Fermi – che ritengo eccessiva e discriminatoria».

«Il presidente della Regione in persona lo ha dichiarato ufficialmente e a gran voce e lo ha ribadito il sottosegretario alla presidenza con delega alle Relazioni internazionali: il Canton Ticino ritiri il provvedimento sul casellario giudiziario e i carichi pendenti per i frontalieri. Bene: ma serve un atto ufficiale di Regione Lombardia verso il Governo confinante» ha però commentato sull’argomento Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd, al termine dell’incontro con Vieri Ceriani.

«Lo stesso delegato del Governo italiano ha fatto presente che Roma si è già mossa sia con Berna che con l’Unione europea, segnalando questa decisione unilaterale e non giustificata del Cantone – prosegue Gaffuri – E, d’altra parte, Berna si era pronunciata subito contro il provvedimento preso arbitrariamente da Gobbi, bocciandolo sonoramente. Ma i ‘cugini’ leghisti d’oltre confine, come li definisce Maroni, hanno annunciato ai quattro venti che andranno avanti finché un tribunale non si pronuncerà».

Ma visto che sia il presidente lombardo che il suo sottosegretario Fermi invocano un ripensamento sulla decisione ticinese, Gaffuri non vede altra soluzione per «far sentire anche la voce della Lombardia: si faccia un atto ufficiale che chieda il ritiro del provvedimento. Servirebbe a ridare dignità ai tanti nostri lavoratori che ogni giorno varcano il confine per costruire l’economia ticinese».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Luglio 2015
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