Giovani, assegnate oltre 67 mila doti lavoro
Lo ha detto oggi Valentina Aprea, assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia
“La ‘Dote Unica Lavoro’ continua a dimostrare di essere una politica attiva efficace per l’inserimento lavorativo. Monitoraggio dopo monitoraggio, aumentano le persone che vengono attivate nel mercato del lavoro: a oggi siamo a 67.017 doti assegnate, con ben 46.369 destinatari già avviati al lavoro”.
Lo ha detto, oggi, Valentina Aprea, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, intervenendo a un convegno a Palazzo Lombardia su ‘Dote Unica Lavoro’ e ‘Jobs Act’.
“Gli ottimi risultati che rileviamo ci consentono di fare due considerazioni – ha spiegato ancora l’assessore lombardo -: l’impianto organizzativo fondato sulla pari dignità degli operatori pubblici e privati accreditati che concorrono sul mercato in parità è efficace; l’impegno degli operatori coinvolti ha consentito di fornire servizi di qualità alle persone con esiti occupazionali e non di mero contatto burocratico”.
“Il Governo – ha sottolineato Aprea – non potrà non tenere in considerazione i risultati di ‘DUL’, che sono il prodotto di precise scelte effettuate da Regione Lombardia nella costruzione di un modello competitivo fondato sulla centralità della persona e sulla sua libertà di scelta”.
L’assessore ha comunque ribadito alcuni rischi evidenti della riforma, “come l’obbligo imposto alle Regioni di costituire propri uffici aperti al pubblico; il venir meno della pari dignità tra operatori pubblici e privati; l’entrata in gioco dei privati solo successivamente a una prima attivazione effettuata dall’operatore pubblico e gli stessi privati potranno erogare solo servizi specialistici e solo dopo che le persone abbiano sottoscritto il patto di servizio personalizzato con i Centri di pubblico impiego: unica porta di accesso alla
fruizione delle politiche attive”.
“Il modello prefigurato dal Governo, prevalentemente di stampo burocratico-amministrativo, prevede un importante carico di lavoro per la realizzazione di tutti gli adempimenti” ha proseguito Aprea. “Quest’ultima, oltre ad essere la grande
occasione mancata del ‘Jobs Act’ per spostare l’asse dalle politiche passive a quelle attive, prevede un meccanismo complesso e farraginoso, che rischia – ha proseguito – di dover impegnare tutti i funzionari dei Centri di pubblico impiego, per gran parte del loro tempo, nella rincorsa al disoccupato e nelle comunicazioni da effettuare all’Inps”.
“Ci auguriamo – ha concluso Aprea – che nel decisivo confronto dei prossimi giorni con il Governo si possa trovare una soluzione che eviti il ricorso alla Corte Costituzionale per l’evidente invasione delle competenze regionali da parte del decreto attuativo del ‘Jobs Act'”.
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