Grande Guerra, la storia passò anche da Gorla Minore

Sabato 18 luglio, nel parco di villa Durini, sarà proiettato un film che racconta la partecipazione di Gorla Minore alla Prima Guerra Mondiale. Appuntamento dalle 21.15

villa durini

Come si può studiare la storia? Solamente in aula, leggendone il racconto sui libri? E quanto dei contenuti appresi con questo metodo classico resta davvero in noi? I cittadini di Gorla Minore, e non solo, potranno ora attingere ad un nuovo modo per ricordare quanto avvenuto durante la Grande Guerra: grazie ad un progetto del professore ed ex assessore alla Cultura, Daniele Mantegazza, infatti, i luoghi storici del paese rivivono, riportando il tempo indietro di cento anni.

Mantegazza ha deciso di ricostruire la partecipazione di Gorla Minore alla Prima Guerra Mondiale con un film, narrando la storia di “Giuan ul Riservista”: “Nel centenario della partecipazione italiana al conflitto, abbiamo pensato di raccontare le vicende del nostro paese all’interno della storia nazionale e mondiale. Il passato non è solo quello che si studia sui libri di scuola, ma ci interessa tutti da vicino. Tanti abitanti di Gorla Minore sono stati inviati al fronte e tutte le famiglie hanno così avuto modo di conoscere  gli orrori della guerra”.

Non è la prima volta che Mantegazza si cimenta in lavori di questo genere: per il 150esimo dell’Unità d’Italia scrisse uno spettacolo teatrale che raccontava del processo storico che portò all’unificazione, puntando lo sguardo proprio su cosa avvenne nel varesotto.
Con “Giuan ul Riservista”, le vicende della Grande Guerra attraversano le vie del paese, dai campi al Collegio Rotondi, passando per la valle Olona e le chiese cittadine. Il film racconta la storia di Giuan, un gorlese che viene chiamato al fronte nonostante l’età avanzata: il film narra quanto accadutogli dalla ricezione della cartolina di chiamata alle armi, fino al suo ritorno a casa dopo la fine della guerra. “Il conflitto mondiale viene presentato attraverso gli occhi di chi fu coinvolto senza sapere il perché – spiega Mantegazza – ‘Perché bisogna combattere per un tuchetin di terra? Chi baderà ai miei figli? Io non ho voluto la guerra, ma son qui a sparare’ dice Giuan, e nelle sue parole si rivive lo sgomento della povera gente, coinvolta suo malgrado in un conflitto di cui ignorava le cause”.

Il film gioca proprio sul continuo gioco di rimbalzi fra lo sguardo attonito del protagonista e le ragioni della storia, che egli fatica a comprendere. L’escamotage narrativo adottato per spiegare i fatti è la figura del curato, che cerca di chiarire a uno spaventato contadino dove andrà e contro chi dovrà combattere. Una scelta che coincide con la volontà del regista di allargare lo sguardo dai meccanismi della guerra, a una più ampia descrizione del contesto sociale – culturale dei primi decenni del secolo scorso: gli spettatori si tuffano in un passato in cui il curato rappresentava la sola figura colta di riferimento del paese, al quale rivolgersi per capire cosa accadeva. Ci sono poi le giornate scandite dal lavoro nei campi; l’analfabetismo diffuso e il ruolo fondamentale dei bambini, che iniziando ad andare a scuola erano spesso i soli all’interno della famiglia capaci di leggere e scrivere; l’inizio del lavoro femminile nelle fabbriche in valle Olona durante gli anni della guerra, perché gli uomini erano al fronte, e infine l’arrivo dei primi “stranieri”, i veneti, che si spostavano a ovest e arrivavano in Lombardia: tante pennellate che aiutano a ricostruire il quadro di quegli anni. Insieme a questi dettagli, anche filmati storici dell’Istituto Luce e scene tratte da alcuni film (“Uomini contro” di Rosi e “La Grande Guerra” di Monicelli, ndr).
Interessante anche la scelta di includere nella trama un incontro fra il protagonista Giuan e il poeta Ungaretti, che raccontò il conflitto mondiale in tante sue opere. Un lavoro attento, quello di Mantegazza e del suo gruppo, Antonio Cassinotti al montaggio e Beppe Lazzati alle riprese, che ha coinvolto attori non professionisti, un gruppo di circa trenta persone che si sono cimentate a impersonare i personaggi: “Sono stati davvero tutti bravi – racconta un emozionato Mantegazza – nessun attore è mai andato a scuola di recitazione, ciò nonostante le telecamere filmavano in presa diretta, senza quasi mai la necessità di ripetere la scena”. Il film sarà trasmesso sabato 18 luglio alle 21.15 nel parco di Villa Durini durante la rassegna “Estate in Villa”: e chissà se, dopo aver assistito alla proiezione, i gorlesi, passando davanti al monumento ai Caduti, alzeranno il viso con uno sguardo più consapevole della loro storia.

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Pubblicato il 14 Luglio 2015
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