Il luminare Roggia: “La caduta di Basso è stata provvidenziale”

Intervista al primario emerito di urologia: «L'incidente occorso a Ivan ha permesso una diagnosi rapida. Nessuna relazione tra il ciclismo e la malattia»

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Una caduta provvidenziale. Ne è certo il professor Alberto Roggia, primario emerito di urologia , commentando il caso di Ivan Basso, il corridore di Cassano Magnago che ha improvvisamente lasciato il Tour de France dopo aver scoperto di avere un cancro al testicolo sinistro. La stessa patologia che colpì, vent’anni fa, anche Lance Armstrong e che di recente ha interessato il calciatore del Sassuolo Francesco Acerbi, ora tornato regolarmente in campo.

«Questo genere di tumore è asintomatico – spiega Roggia, contattato da VareseNews – Non dà dolore o fastidi. Quella caduta e il trauma che ne è seguito hanno permesso di fare indagini che hanno individuato quella massa tumorale».

Ma una caduta o un evento traumatico può aver generato il tumore?
«Assolutamente no. Non si conosce ancora la causa di un tumore al testicolo. Ci sono fattori di predisposizione ma certamente non è mai stata dimostrata la correlazione tra una botta come quella subita da Basso (era caduto nel corso della quinta tappa del Tour ndr) e l’insorgere di un cancro».

Questo tipo di sport può aver avuto qualche influenza?
«Non ci sono sport che favoriscono l’insorgenza di masse tumorali. I traumi possono provocare ematomi o infiammazioni ma null’altro».

Come ci si accorge di un tumore al testicolo?
«Di solito si nota un gonfiore o un indurimento anomalo. Insomma: ci si guarda e si vede che qualcosa è cambiato. Per questo raccomando di sottoporsi regolarmente a indagini preventive perché la diagnosi precoce permette una guarigione nel 99% dei casi. Anzi, intervento chirurgico con chemioterapia risolvono nella totalità dei casi».

A quanti anni è bene sottoporsi a una visita dall’urologo e dall’andrologo?
«Direi dai 40 anni in avanti, ma è bene iniziare anche prima».

di
Pubblicato il 14 Luglio 2015
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