Le invocazioni di Van de Sfroos più forti del temporale

Il cantante "laghée" ha aperto il festival Convergenze a Masnago, beffando il maltempo con i suoi brani trascinanti

Davide Van de Sfroos al festival Convergenze 2015 al parco Mantegazza

Essere un cantante che, nei propri testi e nelle proprie musiche, racconta le storie e le vicende di sciamani, streghe e personaggi biblici, evidentemente aiuta quando il cielo rischia di rovinare un concerto.

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Van de Sfroos apre il Festival Convergenze 4 di 5

Davide Van De Sfroos ha fatto ricorso proprio a loro, variando anche la scaletta prevista, per scampare il pericolo di un nubifragio incombente sul parco Mantegazza di Masnago, sede del festival “Convergenze” che si è aperto ieri sera proprio con l’esibizione del menestrello laghée. Dopo un paio di brani infatti, si sono aperte le cateratte del cielo, quasi senza preavviso: fuggi fuggi dalla zona davanti al palco, gazebo e alberi presi d’assalto per evitare di inzupparsi e prosieguo del concerto a forte rischio. Così Davide si è giocato le proprie carte: “Nona Lucia” (la nonna strìa, la strega che la fà cambiàa anca ‘l vent) per soffiare via le nubi, “Lo sciamano” per esorcizzare il maltempo, “Adamo ed Eva” per chiedere una sorta di benedizione divina.

Un cocktail di musica e parole, di balli e di espressioni che ha funzionato: da quel momento il meteo è tornato clemente e ha permesso a Davide di suonare per un paio d’ore, in una cornice restituita alla musica dopo una vita, che merita di essere sfruttata per questo tipo di eventi. Buona partecipazione, anche se non una folla oceanica, quella del “Mantegazza”, lontana da quelle scorpacciate di numeri pre e post Sanremo di Van De Sfroos, che comunque non si è risparmiato davanti a un pubblico “suo” come pochi. Meno di impatto rispetto al passato, ma sornione e attento a quel che accade sotto i suoi piedi, Davide ha giocato d’esperienza e concesso i giusti spazi alla band – apprezzatissima la voce femminile Leslie Abbadini – prima di riprendersi la scena, tutto solo, per tirare la volata al gran finale.

“Cimino”, “Curiera”, “De Sfroos” – le riportiamo in ordine sparso – prima di sparare l’ultima cartuccia, “La baléra”. Ombrelli chiusi (i pochi che c’erano), capelli bagnati, magliette maserate, voce del pubblico che si fa via via più roca e grattuggiata. Ma nessuno si risparmia sugli ultimi ritornelli, come da copione: concerto riuscito e tanti saluti al temporale, spiazzato e cacciato dalla musica.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Luglio 2015
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