Maxi frode fiscale, 19 arresti

Una frode che stava creando grossi danni sia alle casse dello Stato, sia alle imprese oneste che, pagando regolarmente le tasse, non erano in grado di vendere gli stessi prodotti ad un prezzo così concorrenziale

Evasione fiscale Gallarate

Dalle prime ore della mattina di martedì 7 luglio è in corso una maxi operazione, coordinata dal Comando Provinciale  della  Guardia  di  Finanza  di  Milano,  nei  confronti  di  un’associazione  a delinquere,  i  cui  appartenenti  sono  accusati  di  aver  ideato  e  posto  in  essere  una frode fiscale transnazionale, nella commercializzazione di prodotti per l’elettronica. In base alle prime ricostruzione dei militari della Tenenza di Seregno, le imposte evase ammontano ad oltre 70 milioni di euro.

150  finanzieri  stanno  eseguendo,  contemporaneamente, 19  ordinanze  di  custodia cautelare  emesse  dal  GIP  del  Tribunale  di  Monza,  Dott.ssa  Pierangela  Renda.  Tra  i destinatari  anche  un  cittadino  bulgaro  ed  un  italiano  residente  nel  Principato  di  Monaco, nei cui confronti sono stati emessi due mandati di arresto Europeo.

Più  di 50  le  perquisizioni  in  corso  sul  territorio  nazionale  ed  estero  disposte  dal  PM della  Procura  di  Monza,  Dott.ssa  Donata  Costa,  titolare  delle  indagini,  che  ha  avviato rogatorie verso le Autorità Giudiziarie in Bulgaria, Croazia, Principato di Monaco, Polonia, Repubblica  Ceca,  Romania,  Spagna  e  Svizzera,  per  perquisire  società  estere  coinvolte nella frode.

I  militari  della  Guardia  di  Finanza  stanno  operando  anche  presso  istituti  bancari  e conservatorie per sequestrare beni e denaro per un controvalore di circa 12 milioni di euro. Sono 27 complessivamente le persone coinvolte nelle indagini, raggiunte da avviso di garanzia ed accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari transnazionali.

Un   imponente   dispiegamento   di  forze,   come  testimoniano   i  numeri  dell’operazione “Schermo piatto”, condotta dalla Guardia di Finanza, per stroncare un’articolata frode fiscale,  grazie  alla  quale  gli  indagati  riuscivano a  commercializzare  televisori  (da  qui  il nome dell’operazione) ed altri prodotti elettronici sul mercato della grande distribuzione, a prezzi  “stracciati”,  sfruttando  il  vantaggio  economico  derivante  dal  mancato  assolvimento delle imposte.

Una  frode  che  stava  creando  grossi  danni  sia  alle  casse  dello  Stato,  sia  alle  imprese oneste  che,  pagando  regolarmente  le  tasse,  non  erano  in  grado  di  vendere  gli  stessi prodotti ad un prezzo così concorrenziale. Le investigazioni, grazie anche ad indagini tecniche ed all’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, hanno consentito ai finanzieri di identificare le persone coinvolte nella frode e di   definire   esattamente   ruolo   e  meccanismo   fraudolento   posto   in   essere.   In particolare,  l’organizzazione  indagata  aveva  creato  un  articolato  reticolato  di  aziende,  in Italia ed all’estero, esistenti solo sulla carta ed intestate a prestanome o persone di fiducia, allo  scopo  di  acquistare  prodotti  elettronici  presso  un fornitore  bulgaro.

Gli  articoli,  una volta   entrati   sul   territorio   nazionale,   venivano stoccati   in   depositi   di   logistica principalmente  a  Desio  (MB)  ed  in Provincia  di  Roma.  La  merce,  senza essere spostata  dai  magazzini,  veniva,  quindi,  acquistata  da  una  grossa  società alessandrina. Con  un  ulteriore  passaggio,  l’azienda  piemontese  vendeva  i  prodotti, sempre solo  sulla carta, a società di diritto comunitario. Dopo una serie di ulteriori cessioni fittizie tra società di diritto comunitario, gli stessi prodotti venivano riacquistati dall’azienda alessandrina, per finire quindi sugli scaffali della grande distribuzione a prezzi imbattibili.

Una   serie   articolata   di   cessioni   ed   acquisti,   per   consentire   alla società   italiana distributrice di crearsi crediti IVA indebiti e di vendere sul mercato italiano ed estero i prodotti a  prezzi  notevolmente  inferiori  rispetto  a  quelli  che  la  concorrenza  onesta riesce a praticare. Il sistema era garantito da un vorticoso giro di fatture, documenti di trasporto e doganali rigorosamente falsificati, al solo fine di giustificare i passaggi della merce tra le società. I debiti tributari venivano, invece, lasciati in capo alle società fittizie ed ai prestanome compiacenti e soprattutto nullatenenti, che non versavano un euro di imposte.

Per circa un anno i finanzieri della Guardia di Finanza di Seregno e la Procura di Monza hanno seguito le mosse degli indagati, individuando, ad una ad una, le società create per realizzare il loro disegno criminoso di evasione. Oggi  si  sono  scoperte  le  carte  delle  indagini  ed  i finanzieri,  su  ordine  dell’Autorità Giudiziaria  di  Monza,  stanno  intervenendo  presso  le  aziende,  le  società  logistiche  e  le abitazioni degli indagati per eseguire 19 arresti e sequestrare la documentazione contabile per   continuare   le   investigazioni.   Le   province   interessate   sono:   Alessandria,   Como, Frosinone, Latina, Milano, Monza e Brianza, Salerno, Roma, Verona e Viterbo.

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Pubblicato il 07 Luglio 2015
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