Una domenica nel rifugio sotto i giardini
Visite guidate al rifugio antiaereo sotto i Giardini Estensi grazie al Gruppo Speleologico Prealpino dove, durante la seconda guerra mondiale, potevano entrare fino a 600 persone
Le sirene suonavano spesso a Varese durante la seconda guerra mondiale. In realtà i bombardamenti ci furono solo nel 1944 quando gli Alleati iniziarono a prendere di mira l’Aermacchi che, vista la produzione bellica, era un bersaglio di primo livello.
La città si dotò di una rete di rifugi antiaerei per offrire ricovero a diverse migliaia di cittadini. In centro il più importante fu realizzato in fretta e furia in pochi mesi nell’inverno del 1943. La struttura è un lungo tunnel di 140 metri che corre sotto i giardini Estensi con gli ingressi in via Lonati e in via Copelli.
Dopo anni di abbandono, nell’aprile del 2011 ci fu una prima serie di visite guidate al rifugio. Oggi l’evento si è ripetuto grazie all’impegno del Gruppo Speleologico Prealpino. Il tunnel, tutto in cemento armato, è alto poco più di due metri e largo tre. Ha un soffitto a volta e per tutta la sua lunghezza c’erano due file di panche interrotte solo da alcuni servizi igienici e da una postazione che comunicava con l’anti aerea.
Nel rifugio potevano esser ospitate fino a 600 persone che potevano accedere dai due diversi ingressi dotati di pesanti porte in ferro e cemento. C’è anche una uscita di emergenza che, grazie a una scala a chiocciola di sedici metri, porta nella parte alta dei giardini.
Malgrado la caldissima giornata sono arrivate decine di persone a visitare il rifugio grazie all’impegno del Gruppo Speleologico Prealpino.
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