Un’offerta diffusa: questo il punto di forza della Cultura varesina

Il presidente e il direttore della Fondazione del Museo MaGa spiegano perché la Cultura nel territorio varesino è un pilastro dell'economia

Il Rugby Varese in visita al Maga

« Può sembrare incredibile a chi non è dell’ambiente, ma vi assicuro che Varese ha una peculiarità che la rende effettivamente un polo culturale e artistico importante» A parlare è Emma Zanella, direttore della Fondazione del Museo MaGa di Gallarate che conferma la fotografia della Camera di Commercio sull’alta redditività del mondo artistico e culturale del varesotto.

« La caratteristica della nostra provincia sta nella sua offerta diffusa. Mentre nelle altre province è il capoluogo che assomma tutte la ricchezza, Varese, forse per la sua conformazione o per la sua storia, ha sviluppato assi diversi che si connettono offrendo una pluralità di luoghi: pensiamo al Sacro Monte e a Castelseprio, Castiglione Olona, Santa Caterina e Torba. Oppure Villa Panza e il museo MaGa, oppure Volandia. Per non parlare dei festival dal Premio Chiara a Filosofarti, per citarne alcuni. Il connubio arte e design, inoltre, è sempre stata la chiave di volta che esprime veramente l’originalità di un tessuto che, per esempio, ha saputo esprimere un artista come Missoni di cui il MaGa celebra la creatività. Direi che questa fotografia risponde pienamente al contesto varesino e meriterebbe un’analisi approfondita per evidenziare una ricca strada da percorrere».

Ciò che più affascina il presidente della Fondazione MaGa Giacomo Buonanno è il dato sull’export: «  Varese ha registrato un incremento dell’export del 4,4%, a dimostrazione che questo territorio e i suoi creativi hanno un indiscusso fascino nel mondo globalizzato . A noi ora viene in mente Missoni che ha dato una veste imprenditoriale alle suggestioni e alla creatività.  Ma questo è davvero un territorio ricco di cultura se anche l’associazione degli industriali è riuscita a far nascere un’università, polo culturale per eccellenza. Forse questa sua vena è rimasta sempre sotto traccia, poco evidente anche per l’estrema riservatezza dei suoi artefici: pensate al movimento che ha creato il conte Panza, collezionisti ed esperti che hanno sviluppato qui la propria passione e di cui oggi noi raccogliamo l’eredità».

Forse Varese non avrà monumenti altisonanti o poli di fascino mondiale: è certo, però, che tanti sono i suoi piccoli gioielli, a iniziare dai 4 patrimoni dell’Unesco.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Luglio 2015
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