Vittima della mafia, può ora tornare a lavorare col “pubblico”
Il prefetto di Ragusa ha annullato l’interdittiva antimafia che impediva all’azienda di Giuseppe Busso di concorrere a gare con le pubbliche amministrazioni
Un imprenditore che ha denunciato la mafia e fatto arrestare affiliati ai clan di Cosa Nostra cade vittima della burocrazia: colpito da un provvedimento che gli impediva di partecipare a gare d’appalto, oggi può tornare a compiere il suo lavoro.
E’ la storia di Giuseppe Busso, già affrontata nei mesi scorsi da Varesenews quando l’imprenditore, attivo nel campo dello smaltimento rifiuti anche nel Varesotto, lamentò sulle colonne del giornale la sua situazione: “Sono vittima di mafia, e in più non posso lavorare”.
Oggi la buona notizia: la prefettura di Ragusa, che mesi fa (il 2 febbraio scorso) aveva emesso l’interdittiva a partecipare a gare pubbliche per la Eco SEIB Srl, ha disposto l’annullamento del provvedimento. In pratica dal 29 giugno 2015 la ECO SEIB Srl di Busso Giuseppe potrà partecipare a gare con la pubblica amministrazione.
Si tratta di una realtà che opera a livello nazionale con oltre 300 dipendenti e che nel Varesotto e nel Comasco è attiva con servizi di raccolta rifiuti.
«Sono contento che l’interdittiva antimafia per la mia azienda sia stata revocata – spiega al telefono l’imprenditore Busso – tuttavia resta il danno peril fatto che in questi mesi non ha potuto lavorare per alcuni servizi in essere nei comuni di Porto Ceresio, Bisuschio, Induno Olona e Arcisate. E non è tutto: questi paesi sono andati a gara lo scorso 29 maggio e successivamente il 9 giugno, proprio per la fornitura del servizio di raccolta rifiuti: la mia azienda, nonostante l’assoluta estraneità a infiltrazioni mafiose, non ha potuto partecipare. In data odierna i miei legali hanno presentato istanza per rimettere in gara la ECO SEIB Srl, così da permettere di aprire la busta con l’offerta che era stata a suo tempo preparata».
La prefettura di Ragusa, infatti, nella sua decisione di emettere la liberatoria (e quindi annullando l’interdittiva antimafia) ha rilevato – citando una nota della Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania – che “L’interessato nella fase dibattimentale del procedimento penale che ha originato la richiamata interdittiva ha evidenziato un rapporto di proficua collaborazione con l’autorità giudiziaria fornendo un contributo decisamente importante per ricostruire i gravi fatti oggetto di contestazione nei confronti degli imputati e che pertanto può ritenersi esclusa l’attualità del pericolo di condizionamenti dell’impresa di che trattasi da parte del sodalizio mafioso”.
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