Il vilucchio e il cardo scardaccio

Nuova puntata di Teresio Colombo in giro per le bellezze naturalistiche del Varesotto

Il vilucchio e il cardo scardaccio

Il 18 luglio, visto il caldo di questo mese di luglio, ho deciso di recarmi a scattare le foto, con la nuova macchina fotografica, regalatami dalla figlia in occasione del compleanno, che mi consente di fotografare  sfiorando l’apparecchio senza dover schiacciare pulsante . Prima di recarmi al laghetto vado a controllare i lamponi (1) (Rubus idaeus) constatando che sono stati creati sentieri per la raccolta guardo e vedo alcuni sono  non maturi, ricerco bene e ne trovo anche di maturi, mi accingo a raggiunger il laghetto.

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Il vilucchio e il cardo scardaccio 4 di 22

L’Intrino è asciutto in questo punto per cui se ne attraversa il letto senza passare sul ponticello, appena raggiunto il sentiero che porta al laghetto vedo i frutti del Caprifoglio peloso (2) (Lonicera xyloteum) che si ergono a richiamare l’attenzione degli uccelli che vorranno nutrirsene. Arrivato sulla riva del laghetto sono colpito dal colore rosa carico di una infiorescenza di Salcerella comune (3,4) (Lythrum salicaria) comune malgrado l’infiorescenza sia ricercata per le proprietà astringenti, non faccio a tempo a riflettere sulla slicerella che mi trovo davanti una Scutellaria palustre (5) (Scutellaria galericulata) un lamiacea abbastanza rara, qualche difficoltà per la foto e dovuta al fatto che la pianta è in acqua, altra pianta il cui fusto è in acqua è la Lisca maggiore (6)   (TYpha latifolia) con la parte femminile ancora verde mentre la maschile avendo riversato il polline sulla parte femminile sta seccando devo dire di aver visto una sola volta la colata del polline in forma di liquido denso e verdastro; alle spalle della Lisca una Mazza d’oro comune (7) (Lysimachia vulgaris), la più grande primulacea della vegetazione alpina; altra pianta che ama gli ambienti umidi è l’Olmaria comune (8) (Filipendula ulmaria) rosacea di cui sono note le proprietà diuretiche e antireumatiche, prima di abbandonare il laghetto colgo l’occasione per riprendere  la Cariofillata comune (9) (Geum urbanum) in fiore da maggio ad agosto e del quale conosciamo più il frutto che per lungo tempo ci appare come pallina pelosa nei boschi, allontanatomi dal laghetto sulla via del ritorno cerco un punto che mi consenta di fotografare le ninfee, non lo trovo in compenso vedo alcuni esemplari di Vilucchio bianco (10) (Calystegia sepium) che mi accingo a fotografare.

Il giorno successivo mi porto sul piazzale antistante la cava perché vi si trovano molti tipi di fiori infatti appena arrivato sono attratto dalla fioritura della Saponaria comune (11) (Saponaria officinalis), questa cariofillacea molto comune e diffusa deve il suo nome all’uso che n tempo sene faceva per lavarsi oggi è rimasto l’uso per risolvere problemi di dermatite mentre con le radici si curano le infiammazioni dei bronchi; con sorpresa vedo della Viperina azzurra (12) (Echium vulgare), questa borraginacea, non ha fiori rosa  non solo sono tutti blu ma la pianta risulta piccola, meno di 20 cm contro i 70 e più degli anni precedenti una spiegazione è che questa sia una ricrescita dopo un taglio subito con qualche perplessità faccio mia questa considerazione; mi addentro nel prato e vedo un bel Cerfoglio irsuto (13) (Chaerophyllum hirsutum), ombrellifera non più utilizzata per limitare le montate lattee e neppure come collirio; sono invece attratta dal Millefoglio roseo(14) (Achillea roseoalba), composita meno comune e di minori dimensioni rispetto a quella bianca; una piantina di Silene rigonfia (15) (Silene vulgaris) la cariofillacea che mi ricorda quando da bambino mi facevano schiccare il fiore rigonfio schiacciandolo sulla fronte ma vicino vedo un esemplare di Silene dicotoma (16) (Silene dichotoma) ,della stesa famiglia ma molto meno diffusa; un esemplare di Vilucchio comune (17) (Convolvulus arvensis) con parte del petalo quasi sempre di colore rosa più o meno carico. Devo considerare che pur essendomi fermato in quello che è un parcheggio ho avuto modo pur facendo pochi passi di scattare molte foto, tornando alla macchina noto una Veccia delle siepi (18) (Vicia sepium) di cui spuntano i rami con i fiori in una folta vegetazione, un Fiordaliso nerastro (19) (Centaurea nigrescens), composita del tutto comune nei nostri prati, vicino vedo anche il Ranuncolo comune (20) (Ranunculus acris) e anche un Meliloto bianco (21) (Melilotus albus).

Il 19 decido di tornare sui rilievi e scelgo la salita alle Pizzelle, la salita non è particolarmente agevole, la vegetazione ha risentito del caldo secco di questi giorni ma proseguo ugualmente, mancano una ventina di metri al valico che con una certa sorpresa noto che sono aperti i fiori della Salvia vischiosa (22) (Salvia glutinosa) la cui diffusione è ampia e numerosa in tutto il parco, vicina vi è una piantina di Erba amara dei boschi (23) (Tanacetum corymbosum); arrivato al valico delle Pizzelle prendo il sentiero sulla destra che sale verso la cima e, arrivato aduna decina di metri dalla vetta ho la vista di alcuni esemplari di Cardo scardaccio (24,25) (Cirsium eriophorum), una composita la cui infiorescenza sorpassa, quasi sempre, i 5 cm di diametro, comincio la discesa con la convinzione di aver fotografato ciò che mi aspettavo in partenza quando vedo di Aglio delle bisce (26)(Allium sphaerocephalon) con fiore completamente aperto, fatta qualche decina di metri, sulla costa  di nord-est vedo della Borracina rupestre (27) (Sedum  rupestre), sono arrivato al pratone quando vedo una serie di esemplari di Aglio delle streghe (28) (Allium carnatum) completamente aperte.

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Pubblicato il 03 Agosto 2015
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