La guerra di Legnano contro il gioco d’azzardo
Regole stringenti per le sale slot e centri scommesse e macchinette a orari ridotti negli altri esercizi commerciale. La città inizia una crociata contro la ludopatia, una malattia che colpisce 1 persona ogni 150
Vietarle non è possibile, ostacolarne l’utilizzo però sì. E’ questo quello che devono aver pensato in comune a Legnano prima di dare avvio ad una crociata contro le slot machines. Nei giorni scorsi il sindaco Alberto Centinaio ha infatti firmato un’ordinanza che impone regole molto stringenti ai locali da gioco o ai bar che offrono ai loro clienti la possibilità di giocare con le macchinette o di scommettere.
Nel caso delle vere e proprie sale da gioco, dei centri scommesse e delle sale bingo dovrà essere rispettato un orario giornaliero di apertura compreso tra le 9 e 12 e dalle 18 alle 23, festivi compresi. Contemporaneamente, tutti gli esercizi commerciali che ospitano slot machines potranno tenerle in funzione negli stessi orari. Nessuna puntata sarà dunque possibile a colazione, in pausa pranzo o a tarda notte e questo potrebbe iniziare a fare la differenza.
Una guerra, quella di Legnano, che muove i suoi primi passi da una sentenza del Tar della Lombardia. I giudici hanno infatti riconosciuto agli enti locali la possibilità di intervenire in prima persona contro le ludopatie dal momento che “la moltiplicazione incontrollata delle possibilità di accesso al gioco a denaro costituisce di per sé un obiettivo accrescimento del rischio di diffusione dei fenomeni di dipendenza“. Una possibilità che oltre a causare le “ben note conseguenze sia nella vita personale e familiare dei cittadini” ha effetto anche “sui servizi sociali comunali (e quindi sul bilancio comunale) chiamati a intervenire per fronteggiare situazioni di disagio connesse alle ludopatie”.
Una malattia, quella del gioco d’azzardo, che secondo le più recenti rilevazioni nella zona del legnanese colpirebbe una persona ogni 150. «Noi abbiamo fatto la nostra parte» commenta il sindaco Centinaio, che aggiunge: «sono però consapevole che senza interventi legislativi ben più drastici e risolutivi da parte dello Stato sarà difficile sconfiggere questa piaga».
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