L’appello di Landoni: “Accam si converta come chiede il Papa”

Uno degli esponenti storici del comitato di Borsano contro l'inceneritore elenca tutti i "peccati" ambientali commessi dai gestori dell'inceneritore e torna a chiedere lo spegnimento: "Non merita la categoria R1"

inceneritore accam busto arsizio

«Domani, 1 settembre sarà la giornata  di Conversione ecologica e cammino ecumenico indetta da Papa Francesco per questo torniamo a chiedere lo spegnimento dell’inceneritore Accam».
Adriano Landoni, del comitato contro l’inceneritore, torna sulla questione esprimendo tutta la sua preoccupazione per la riclassificazione dell’impianto nella categoria R1 che permetterebbe di poter bruciare rifiuti provenienti da tutta Italia producendo energia.

«A Borsano e nella zona ricaduta fumi connessi all’inceneritore di Busto Arsizio, in occasione di questa particolare giornata del 1 settembre non si può dimenticare la lunga storia di inquinamento dannoso per l’ambiente e la salute causata dall’inceneritore Accam, sorto nei primi anni Settanta». Landoni fa anche un lungo elenco di incidenti che hanno caratterizzato la vita dell’impianto e quella dei residenti.

Nel 1994, dopo ben 17 interventi dell’ASL, che ha denunciato il pericoloso superamento dei dati inquinanti, il sindaco di Busto Arsizio finalmente decide la chiusura per sforamento dati sul mercurio. Nel 2000 sorgono due nuove linee di incenerimento con un progetto vecchio che non rispetta i nuovi dettami della raccolta differenziata. Nel 2004 scoppiano contemporaneamente due caldaie provocando per ore l’emissione di fumo nero. Anno 2005, i Carabinieri del NOE con l’Operazione Grisù, dopo mesi di indagini scoprono l’esistenza di fatture
false per portare all’inceneritore di Busto Arsizio e Cremona materiale con pericolosità non adatta a quegli impianti.  Nel 2009 Accam riceve una diffida dalla Regione Lombardia per superamento del limite temporale degli ossidi di azoto.

Accam rispose annunciando il famoso revamping impegnandosi a ristrutturare l’inceneritore con un nuovo sistema di trattamento fumi entro 8 mesi. Aspettiamo ancora nel 2015 la ristrutturazione. Nel 2012, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio, ben 250 tonnellate di rifiuti sono andate a fuoco nella piazzola. Nel 2014 Regione Lombardia con DM 7/8/2013, tra gli 11 inceneritori presenti nella regione solo l’impianto Accam non è stato autorizzato all’esercizio R1 a motivo di un insufficiente recupero energetico.

Infine si arriva al 2015. Il 2 marzo l’assemblea dei soci, dopo aver registrato una maggioranza del 52%, decide, tra le varie opzioni consigliate dal tavolo tecnico (formato da esperti), lo spegnimento dei forni e il trattamento a freddo dei rifiuti: finalmente un scelta saggia che rispetta salute e ambiente! Purtroppo però il 16 luglio la Regione Lombardia comunica che, sulla base dell’ultima relazione, “stante il fattore di correzione climatico previsto dal DM 07/08/2013, il termovalorizzatore può avvalersi della qualifica di impianto di recupero energetico e quindi dell’operazione R1”. L’impianto Accam, contrariamente a quanto si era deciso nel 2014, viene classificato come
conforme R1.

Ciò comporta, dopo 6 mesi di missive con conteggi e riconteggi per riuscire ad ottenere la classificazione suddetta, l’avvio della procedura che permette di ricevere rifiuti da tutta Italia. Questa iniziativa è stata fatta dai dirigenti Accam all’insaputa dei soci proprietari della società,
(con l’eccezione del comune di Busto Arsizio), che solo alcune settimane prima, il 2 marzo, avevano votato per la chiusura dell’impianto.

Il 29 luglio il direttore generale dell’Accam invia una lettera ai Soci, Regione Lombardia, Arpa, Provincia di Varese, con la quale si afferma che l’impianto è stato classificato in R1. Di conseguenza si sostiene che l’impianto può ricevere materiale da qualsiasi “conferitore” (non specificato) dal 1 settembre 2015. In realtà viene omesso il fatto che dalla Regione Lombardia manca ancora
l’autorizzazione ufficiale.

Adriano Landoni sottolinea anche che Accam ha solo parzialmente fatto le modifiche richieste dopo la diffida del 2009. Visto che all’inceneritore Accam si sono ripetuti incidenti gravi e non vengono pienamente rispettate le direttive richieste dalla Regione Lombardia, prima che succeda ancora qualche incidente grave e sia troppo tardi richiede che non venga concessa la nuova AIA (oggi in delega dal 2012)
e che si proceda al piano di decommissioning decretato dalla Regione Lombardia e confermato
dalla maggioranza dei soci Accam affinchè l’inceneritore sia spento il prima possibile, sostituendolo con il passaggio al
trattamento a freddo, che risulta essere non inquinante.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Agosto 2015
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