“Per attuare la riforma, occorrono regole precise e manager capaci”

Davide Croce, direttore del Crems centro di ricerca della Liuc , prevede tempi lunghi e complessi per l'attuazione delle novità appena approvate

Davide Croce

Tra il dire e il fare…. La riforma della sanità è stata approvata lo scorso 5 agosto dal Consiglio regionale lombardo. Si tratta di una profonda trasformazione di un sistema oggi incentrato sugli ospedali e che dovrà aprirsi al territorio offrendo assistenza e accompagnamento soprattutto ai malati cronici.

Dal libro bianco alla nuova legge, l’iter travagliato ha avuto sempre ben presente la percentuale di persone che si rivolgono alla sanità e la spesa che rappresentano. Stiamo parlando, in particolare, dei malati cronici, circa il 30% della popolazione lombarda che calamita il 70% della spesa totale.

Per questo, il nuovo costruito, fatto di ASST, POT e PREST renderà meno sguarnito il territorio ma anche meno efficiente l’ospedale, affidato ad un solo manager che si troverà a dirigere un sistema fatto non solo di medici e infermieri ma anche di sindaci, medici di medicina generale, guardie mediche, assistenti domiciliari e servizi sociali.

« Il nuovo modello prevede un’organizzazione molto diversa – spiega il dottor Davide Croce, responsabile del Crems , dipartimento di ricerca in ambito sanitario della LIUC – Prima di arrivare a regime, però, passerà del tempo e, in questo lasso, il cittadino non vedrà cambiamenti. Ricordiamoci che è stata approvata una legge, che contiene un principio. Poi, starà all’applicazione, con regolamenti e direttive, di quel principio cambiare effettivamente il sistema».

La sfida è ardua: quando, nel 1997 Formigoni lanciò la sua riforma c’erano soldi da investire e si riuscì a imporre il nuovo modello “ospedalocentrico” grazie alle risorse a disposizione. Oggi tutti quei finanziamenti non ci sono più e prevedere cambiamenti di rotta, aggregazioni, allungamento di orari e aumenti di prestazioni senza risorse lascia perplessi: « Tante sono le sfide per arrivare a costruire il nuovo modello di sanità lombarda – chiarisce Croce – L’importante, però, è che la futura direzione regionale, assessore e direttore, dia indicazioni precise e chiare ma anche che i manager locali si adoperino per far decollare il modello, altrimenti lo spirito delle innovazioni verrà vanificato».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Agosto 2015
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