“Una riforma moderna, no è incompiuta”. Le dichiarazioni dei partiti

Approvata in Consiglio regionale la riforma che cambia la sanità lombarda

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“Nuovi utili da reinvestire in ambito sanitario e un sistema più moderno e aggiornato: il nuovo sistema socio-sanitario ha ora un riferimento normativo utile ad affrontare le sfide di una società che cambia, integrando ancora meglio e più direttamente l’ambito sanitario con il territorio e quindi con i suoi cittadini. La sanità lombarda si avvicina sempre di più alla persona, risponderà meglio alle esigenze dei pazienti e sarà ancora più orientata alla cura del malato e delle cronicità”. Così si è espresso il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo dopo l’approvazione della riforma sanitaria lombarda in consiglio regionale, che ha aggiunto:“Questo provvedimento è il risultato di un lavoro enorme di Giunta e Consiglio, al quale hanno concorso costruttivamente tutti i gruppi consiliari. Ha vinto la politica buona, capace di dare vita al confronto, ma anche di trovare la sintesi. Il percorso è stato lungo e non sono mancate le difficoltà, ma è stato anche rispettoso del traguardo fissato di chiudere entro la pausa estiva”.

“Regione Lombardia –ha detto in Aula il Presidente Roberto Maroni– prevede di recuperare, con la riforma a regime, circa 300 milioni di euro, risorse che saranno poi reinvestite nel sistema sanitario a vantaggio degli stessi cittadini lombardi, in particolare per ridurre i ticket sanitari, le liste d’attesa e le rette delle Residenza Sanitarie per Anziani”.

“Incassiamo alcuni risultati molto importanti – commenta il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri -, in primis la riforma dei ticket che saranno finalmente un po’ più equi, come il Pd chiede da anni. Avremo anche una sanità meno condizionata dalla politica e strumenti per scongiurare gli scandali del passato. Possiamo dire senza timore di smentite che il contributo dell’opposizione ha migliorato notevolmente il testo della maggioranza. Ma rimane una riforma a metà che non convince su molti punti, tanto è vero che già a settembre la commissione dovrà affrontare la modifica di altri novanta articoli della legge 33 ed entro ottobre già riverificare gli accorpamenti degli ospedali decisi oggi”.

“Riduzione sensibile dei costi, dimezzamento delle attuali ASL, aumento dei controlli, accesso più facile e veloce a visite ed esami, aumento della prevenzione. Sono solo alcuni degli elementi di novità che questa riforma introduce –spiegano i relatori Fabio Rizzi (Lega Nord) e Angelo Capelli (NCD)-. L’obiettivo è così quello di passare dalla semplice cura  del paziente al “prendersi cura” con continuità del paziente, anche a domicilio, dando vita a una vera e propria rete territoriale diffusa e capillare. Non si tratta –aggiungono Rizzi e Capelli- di una cancellazione della legge precedente, ma di una sua evoluzione per aggiornarla e adeguarla dopo 18 anni alle nuove esigenze della società di oggi. Nel far questo saranno mantenute e ulteriormente valorizzate le esperienze e le specificità professionali ospedaliere”.

“Siamo riusciti a ottenere un’Agenzia dei Controlli con ruolo di controllo e verifica del sistema e dei flussi di dati e abbiamo costretto la maggioranza ad adottare il principio di stabilizzazione del personale sanitario precario –hanno detto Dario Violi e Paola Macchi del M5Stelle-.Sulle nomine dei manager, per valorizzare merito, professionalità e competenza, abbiamo ottenuto che le designazioni possano avvenire scegliendo da una shortlist stilata da una apposita Commissione indipendente. Rimane però un giudizio fortemente negativo sulla riforma, che purtroppo non scardina il sistema formigoniano e soprattutto il disequilibrio verso il privato che continuerà a essere finanziato. Con questo provvedimento, per l’ennesima volta in questi due anni, in Lombardia si scrive Maroni ma si legge Formigoni”.

“Finalmente la legge forse più importante di questa legislatura è diventate realtà –commenta il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini-.In particolare Forza Italia ha fortemente voluto la creazione dell’Ospedale del Bambino che vedrà riuniti i centri di eccellenza pediatrica milanesee grazie ai nostri contributi e al nostro lavoro tutti gli ospedali saranno coordinati direttamente con il territorio, onde evitare disparità di trattamento tra le varie realtà ospedaliere. La Lombardia e i lombardi avranno una sanità rinnovata, con servizi ancora più efficienti, più legati al territorio e meno costosi”.

“Questa è l’evoluzione delle leggi 31 e 33 dell’allora Assessore regionale alla Sanità di Alleanza Nazionale Carlo Borsani, leggi del 1997 che ancora fanno da fondamenta alla riforma di oggi: è migliorativa e privilegia la trasparenza, lasciando i controlli all’opposizione –ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato-. Fin qui il nostro giudizio e il nostro voto sono favorevoli; per il giudizio complessivo aspettiamo di valutare la seconda parte del lavoro che faremo dopo l’estate. Con questa riforma diminuiamo le Asl,  aboliamo il ticket per due classi di reddito, diamo vita a un’unica centrale acquisti che porterà importanti risparmi e a un’agenzia di controllo indipendente di cui disporrà l’opposizione che garantirà la trasparenza. Un valido passo avanti è anche il Polo dei bambini, che risponderà in modo completo ai bisogni di bambini e ragazzi, creando anche un punto di riferimento per le famiglie. Rimane il dubbio dell’unione del Sacco, che dista 8 chilometri dal Buzzi e che è specializzato in patologie infettive ed emergenze epidemiologiche”.

“Come opposizione più di così non potevamo fare –ha commentato Umberto Ambrosoli del Patto Civico-. Con spirito costruttivo abbiamo preso parte al tavolo di lavoro. Abbiamo introdotto qualche miglioramento, primo fra tutti l’abolizione del ticket per le fasce deboli. Abbiamo ritirato 24 mila emendamenti. Ma non c’è stato nulla da fare: questo progetto di legge è una cosa nata storta, così storta che non si può raddrizzare! Al punto che la stessa maggioranza non la chiama più ‘riforma’ ma ‘evoluzione’!  Centinaia di audizioni, ma di tutte le proposte raccolte, non c’è traccia evidente nelle norme presentate. Ne è uscito fuori un testo confuso e opaco. E su molti punti cruciali, dalla natura delle Aziende ospedaliere, al Polo unico per l’Infanzia, al rapporto tra manager e territorio, bisognerà ritornare a discuterne a settembre. Peccato tutta questa fretta, si poteva fare meglio e con coerenza di visione: la vera cosa che purtroppo manca!”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Agosto 2015
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