Via Francigena: da Sarzana ad Avenza

L'ultima tappa arriva a San Pietro, ma niente paura, non è la piazza di Papa Francesco, ma quella dei una piccola frazione che verrà ricordata da tanti pellegrini. Come per tanti c'è il rammarico che sia già finito questo straordinario cammino

Via Francigena Marco Pinti

Si chiude oggi il diario di Marco Pinti che ha percorso sette tappe tra l’Emilia e la Toscana partendo da Fidenza l’11 Luglio per poi arrivare fino ad Avenza.

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La via Francigena di Marco Pinti 4 di 11

Il suo diario è stato scritto nei giorni seguenti il suo ritorno a Varese. Marco è noto in città anche per l’impegno politico come segretario della sezione varesina della Lega Nord. 

IL DIARIO del 17 luglio

I chilometri di giornata sono pochi, una dozzina, il terreno pianeggiante e le strade per lo più delle asfaltate secondarie. Per l’ultimo giorno di cammino prevedo tempi rilassati, una sosta al sito archeologico di Luni e in serata un treno da Avenza a Lucca per passare l’ultima notte di viaggio in una cornice degna della mia piccola avventura.

Camminando di buon mattino sento fin da subito che questa quotidianità pellegrina mi mancherà. Alzarsi ogni mattina in un posto diverso, caricare lo zaino sulle spalle, misurare passo a passo i chilometri tra pasti frugali, incontri, scambi e amicizie di via che interrompono di tanto in tanto il silenzioso inseguimento della propria ombra che sull’asfalto.
Nel frattempo arrivo a Luni, dove mi scopro unico visitatore con lo speciale privilegio di poter camminare sul selciato originale dell’antica città romana, grazie al benestare di un gruppo di archeologi che stanno lavorando poco distante ad uno scavo.

Sono già tornato sulla Francigena quando passo accanto alle rovine del grande anfiteatro che animava la città, garantendo con panem et circenses il necessario consenso elettorale ad Ottaviano Augusto che la considerava uno dei suoi feudi elettorali più sicuri.

Continuo sulla strada che serpeggia, tra campi e ville con giardino, fino ad un lungo muro di cemento che, mi racconta un anziano, durante la guerra era una barriera anticarro tedesca, convertita in seguito nel terrapieno della ferrovia. Venti secoli di storia in meno di un chilometro.

Uno spartitraffico intasato da una coda di macchine dirette al mare, è il biglietto da visita della città di Avenza. Mentre lo attraverso tra gli automobilisti si è appena innescato un litigio furibondo, di cui non afferro la causa, ma che da fiato ad un orchestra di clacson che mi frastorna.
Voglio tornare nel bosco, adesso.

Ma la lampada di Aladino l’ho lasciata a casa perchè pesava troppo, così mi rassegno a fare quest’ultimo chilometro di via Francigena fino all’ostello pellegrino di Avenza dove mi sono ripromesso di lasciare un salamino a Bryan, Oli e Flo, come ultimo saluto.
E anche a te, che se hai letto fin qui è un po’ come si avessimo camminato insieme, dovrò pur trovare un qualche modo di salutarti, non posso mica riportarti con me a Varese. Poi cosa facciamo? Ti porto anche al lavoro? Guarda che non ti conviene…

Ormai ci siamo, si vede già in fondo alla strada, dopo un ponticello, il campanile della parrocchia.
Cosa ti posso dire? Non mi vengono parole con te, capisci che se tu fossi un presunto cacciatore di coccodrilli americano sarebbe facile: “See you later alligator” – ti direi e – “in a while crocodile” tu risponderesti, invece no. Ormai abbiam passato il ponticello, ma pensa te se mi doveva venire l’ansia proprio adesso che mancheranno cento passi alla chiesa anche meno. Te l’ho già detto “grazie”? Sarà banale, ma è sempre un buon inizio. Avevo proprio voglia di raccontarla questa storia, che non sarà l’impresa podistica del secolo, ma comunque mi ha fatto un gran bene. Qui mi fermo e ti fermi anche tu perché siamo arrivati nella piazza. Davanti a noi la facciata della chiesa con a fianco il campanello da suonare per farsi accogliere. Silenzio imbarazzato tra noi, poi io leggo il calendario delle messe appeso nella bacheca, no tranquillo non ti porto a messa che non so nemmeno se sei ariano o cattolico, però guarda bene: questa chiesa di Avenza è dedicata a San Pietro. Quindi, se sei d’accordo, quando a Varese mi chiederanno fin dove sono arrivato: “fino a San Pietro”, risponderò. E tu, mi raccomando, reggimi il gioco. ..

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Pubblicato il 02 Agosto 2015
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