50 anni di storia della Sagra degli Uccelli

Pubblichiamo uno stralcio della storia della sagra degli Uccelli di Cantello, che quest'anno compie 50 anni: a descriverla è l'attuale presidente della Pro Loco, Gian Maria Baj Rossi

Cantello generica

Pubblichiamo uno stralcio della  storia della sagra degli Uccelli di Cantello, che quest’anno compie 50 anni: a descriverla è l’attuale presidente della Pro Loco, Gian Maria Baj Rossi.
Il testo completo è contenuto nel libretto dell’edizione 2015 della fiera

QUAND’E’ NATA LA SAGRA

La Sagra degli Uccelli di Cantello festeggia quest’anno la sua cinquantesima edizione. Si è svolta la prima volta il 18 Settembre 1966, nel parco della Cooperativa di Ligurno (frazione di Cantello, ndr) l’attuale area verde comunale tra le vie Dante, Lugano e Podgora. In una festosa cornice gastronomico-folcloristica, si presentava come mostra degli articoli attinenti la caccia e l’uccellagione (cattura di uccelli senza l’uso di armi) ed in particolare prevedeva l’esposizione e la vendita di uccelli di vario tipo, di gabbie, reti, mangimi, munizioni. Erano stabiliti premi per i migliori espositori e per i vincitori della gara di chioccolo, cioè di imitazione del canto di varie specie di uccelli.

La Sagra era stata fortemente voluta dal ragionier Antonio Premoli che, appassionato uccellatore, in pensione e dotato di grande spirito di iniziativa, dopo aver espletato il proprio mandato di sindaco di Cantello dal Giugno 1956 al Dicembre 1964, aveva fondato il primo Maggio 1966 la Associazione Pro Loco e nella sua qualità di presidente aveva subito dopo organizzato la manifestazione. Vi era infatti un Comitato esecutivo formato dal presidente Premoli, dai consiglieri della Pro Loco Remo Bigiotti, Carlo Donelli  e dott. Oreste Premoli,  da Gilberto Catella e da Emilio Bernasconi che fungeva da segretario. Sul libretto della Sagra era anche riportato un Comitato d’Onore formato da varie personalità cantellesi Salvatore Brusa, sindaco, l’avvocato Steno Baj, il commendatore Antonio Mattiroli,Pietro Ghisolfi, il ragionier Ugo Bianchi e da chi scrive, allora vice presidente della Sezione Cacciatori di Cantello.

L’ANTICA TRADIZIONE DELL’UCCELLAGIONE

La Sagra in particolare traeva spunto dalla uccellagione, cioè dalla cattura degli uccelli senza l’uso del fucile, effettuata tramite impianti di vario tipo chiamati uccellande e soprattutto tramite reti sottese in appositi impianti arborei : le strutture più grandi ed articolate dotate di torretta centrale venivano chiamate roccolo (dal latino roculus= torre), le più semplici bressane.

L’uccellagione, pratica di caccia iniziata con prime rudimentali tesature di reti, aveva trovato origine fin dal XIV secolo sui monti della bergamasca, si era successivamente estesa su quelli del bresciano (da qui il nome di bressana o brescianella), in molte località dell’arco alpino e prealpino, trovando poi ampia diffusione nell’intera penisola alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo e rappresentando anche una concreta fonte di guadagno. Gli ecclesiastici, ai quali era interdetto l’uso di armi da fuoco si dilettavano con la costruzione di uccellande e con l’uccellagione: è accertato che Leone XIII, Papa dal 1878 al 1903, aveva fatto impiantare un roccolo nei giardini del Vaticano e che, quando riusciva a prendere gli uccelli che cadevano nelle reti, li accarezzava e li rimetteva in libertà. Con le nuove norme in materia di caccia, l’uccellagione è stata vietata anche in quanto è decaduta la sua funzione di rifornimento alimentare ed il roccolo è divenuto un patrimonio da preservare.

I ROCCOLI CANTELLESI

Per Cantello l’intenso e regolare passaggio di uccelli nel periodo migratorio (fine Agosto – inizio Dicembre) ha determinato una spiccata vocazione all’uccellagione che ne ha caratterizzato il paesaggio, gli usi, l’economia e l’identità culturale. Nel comune erano presenti e, per la gran parte del secolo scorso, anche funzionanti almeno tre roccoli.
Il più antico e famoso è il Roccolo di Ligurno, proprietà per mezzo secolo del senatore Luigi Gasparotto e, dopo la sua morte avvenuta il 29 Giugno 1954, mantenuto in funzione dal ragionier Antonio Premoli con l’aiuto di Luigi Bonfanti sino al 1962 e poi di Francesco Belotti di Sarnico. Non si conosce esattamente l’epoca in cui questa stupenda struttura è stata realizzata: sappiamo dalla Cronaca di Varese di Gio Antonio Adamollo che il 16 Ottobre 1725 il Conte Girolamo di Colloredo, che governava Milano per conto di Carlo VI, partecipò a una giornata di caccia in questo roccolo, allora di proprietà del Capitano Tatti, felicemente chiusasi con la cattura di 240 tordi. Si ricorda che in data 27 Aprile 1922 il roccolo è stato dichiarato di notevole interesse pubblico dal Ministero della Pubblica Istruzione Direzione Generale per le Antichità e Belle Arti.
Il secondo roccolo è quello situato in località Gremello, allora di proprietà del sig. Pietro Ghisolfi. Fu condotto dal 1949 per una stagione da Luigi Bonfanti che vi risiedette con la famiglia ed in seguito, sino al 1966, dal nostro concittadino ed appassionato cacciatore Luigi Cantaluppi detto Gino. Ora è di proprietà dei suoi famigliari.
Il terzo roccolo era quello di Montesì, dell’avv. Steno Baj. Fu condotto da diversi roccolatori: gli ultimi in ordine di tempo furono Luigi Bonfanti sino al 1954, poi Luigi Rota, in seguito Riccardo Rotini ed infine Giuseppe Fabris. Rimase in esercizio per qualche anno dopo che gli altri avevano cessato l’attività, essendo stato autorizzato ad operare come osservatorio ornitologico per lo studio delle correnti migratorie, al pari del roccolo sito sul monte Martica di Luigi Ermolli.
A questi tre roccoli ne va aggiunto un quarto, totalmente recintato, situato nella parte più alta del territorio di Velmaio, frazione di Cantello sino al 1968 ed aggregata poi al comune di Arcisate.

ALMENNO SAN SALVATORE, LA SAGRA DA CUI CANTELLO PRENDE SPUNTO

La Sagra degli Uccelli di Cantello trae spunto da una analoga sagra che si tiene annualmente nel comune di Almenno San Salvatore (BG). La posizione geografica del comune molto favorevole al transito delle correnti migratorie, consentiva ai suoi abitanti dediti soprattutto all’agricoltura ed impegnati nel lavoro dei campi, di osservare le linee di volo degli uccelli nei loro periodici spostamenti. Queste attività hanno consentito a molti di loro di acquisire una raffinata tecnica di impiantistica e di conduzione di roccoli ed uccellande di ogni tipo. Nel dopoguerra e soprattutto negli anni 60 diversi cacciatori cantellesi si recavano abitualmente alla Sagra di Almenno San Salvatore: vi acquistavano uccelli, mangimi, fischietti da richiamo per gli uccelli, cartucce da caccia, polvere da sparo, pallini di piombo (si scambiava rottame di piombo con pallini) , abbigliamento specifico ed anche qualche salame. Non deve quindi meravigliare che il ragionier Premoli, frequentatore della sagra di Almenno, avesse pensato di organizzarne una similare a Cantello, non essendovi del resto alcuna manifestazione analoga in tutta la provincia di Varese. Tra gli organizzatori delle rispettive sagre si stabilirono allora amicizie e collegamenti che ancor oggi permangono, rafforzati anche dallo scambio di premi di rappresentanza tra i due attuali presidenti in occasione della Sagra di Almenno che si tiene in Agosto. Queste colleganze fanno si che alla Sagra degli Uccelli di Cantello siano ancor oggi presenti bancarelle provenienti dalla bergamasca con i loro prodotti tipici e gestite dagli stessi proprietari o dai loro diretti discendenti.

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Pubblicato il 03 Settembre 2015
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