“Vi racconto com’è nata la sagra degli Uccelli”

Il racconto della "nascita" della Sagra degli uccelli dalla voce di Oreste Premoli, figlio del fondatore e partecpiante alla prima edizione

Personaggi generiche

Il racconto della “nascita” della Sagra degli uccelli dalla voce di Oreste Premoli, figlio del fondatore e partecpiante alla prima edizione. Potete trovare il testo anche nel libro promozionale della Sagra degli Uccelli di quest’anno

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Oggi è una bellissima Signora di cinquant’anni, allegra, canterina, ridente.
Ma non si arriva facilmente a questa età e in questa “forma”, se non si è amati e voluti fin dalla nascita, anzi fin dal concepimento.
Così è stato per la grande Sagra degli Uccelli di Cantello.
A quei tempi io c’ero ed ho vissuto tutti i momenti della sua ideazione, della sua nascita, del suo avvio, anche se i ricordi con gli anni si sono un po’ annebbiati.

La Sagra è nata dall’affetto filiale che una persona ha sempre nutrito per Cantello, il proprio paese natio, e per la propria “gente”: il Ragionier Antonio Premoli, “ul Nino” per gli amici più stretti, “ul Ragiunier” (o “ul Ragiunatt”) per tutti gli altri.
Dopo aver studiato per anni le antichissime origini, i monumenti ed i reperti storici di Cantello, dopo aver effettuato ricerche sulla cultura e sulle strutture demografiche delle famiglie, il Rag. Premoli ha pensato che meritava – ed era importante anche per lo sviluppo turistico e per la fama del paese – dare risalto anche alla cultura e alla vocazione venatoria di Cantello. Cantello infatti annoverava una fiorente Sezione Cacciatori ed alcuni Roccoli in piena funzione, tra cui lo storico Roccolo del Senatore Gasparotto, certamente già esistente nel Settecento e il Roccolo dell’Avv. Steno Baj, sul panoramico Colle Montesì.
“Se nel Nord italia ci sono Sagre degli Uccelli (quella di Sacile risale al Medioevo), perché non si può farne una anche a Cantello, che ne possiede i titoli venatori ?” – si è detto il Rag. Premoli.

Così è iniziata la paziente tela del Ragioniere.
Prima mossa, una visita alle Sagre già operanti, per prendere visione delle strutture organizzative in funzione. Lo studio prosegue per qualche anno, ma già con la mente rivolta alla realizzazione del progetto cantellese: nelle sue “ispezioni” infatti porta con sé futuri Collaboratori, tra i quali, ricordo, Carlo Donelli, insuperabile organizzatore, l’Ing. Emilio Brusa, consigliere equilibrato e attento, Emilio Bernasconi, Segretario della Pro-Loco Cantello, Pierluigi Catella, attuale Vice-Presidente della Pro-Loco. E’ necessario infatti, innanzitutto, preparare i “quadri”, perché una Sagra non si compra “chiavi in mano” al Supermercato, ma si deve costruire pezzo per pezzo, secondo le esigenze locali. Una caratteristica straordinaria del Rag. Premoli è la capacità di convincere, di “trascinare”, offrendo le motivazioni di fondo di quanto si deve fare. E anche la pazienza nel “governo del personale”, che gli consente di ottenere il meglio da ciascuno, rendendogli il merito spettante e appianando tutti gli spigoli che purtroppo ogni iniziativa comunitaria porta con sé.
I primi Collaboratori comunque sono i membri della Pro-Loco; poi gli Alpini cantellesi, generosi e sempre pronti ad offrire competenza ed aiuto. Ma poi una grande quantità di persone si affianca, disponibile ed attenta.
Non ricordo esattamente cosa sia successo nei dodici mesi antecedenti la 1° Sagra degli Uccelli (18 Settembre 1966). Ricordo però che sono stati mesi frenetici, caotici, perché si trattava di far coagulare un progetto multiforme (e, come spesso accade, c’era anche chi remava contro).

Il primo problema – quello della “location”, del luogo in cui situare il “recinto-sagra” – si è risolto con la concessione, da parte della Società Cooperativa di Ligurno, del proprio Parco, in Largo Lanfranco da Ligurno. Dopodiché si è dovuto “inventare” tutto: la recinzione del perimetro con teli di iuta; il montaggio dei supporti per le gabbie, realizzati con profilati metallici; la sistemazione del palco per le gare di chioccolo e le premiazioni; l’organizzazione delle cucine e delle mense per la degustazione della polenta con gli uccelli; l’illuminazione; le biglietterie; gli altoparlanti. Non vi dico poi quanto lavoro ha richiesto l’ideazione e la realizzazione del libretto-programma illustrativo della Sagra, riuscito però in modo più che soddisfacente.

Nella notte tra il sabato 17 e la domenica 18 non so se e quanto io abbia dormito. Nel pomeriggio già erano presenti i primi Espositori, attrezzati a dormire sui propri mezzi in attesa dell’apertura della Sagra, all’alba. La sera ancora i nostri allestitori stavano dando gli ultimi ritocchi al grande cartello “SAGRA degli UCCELLI – GASTRONOMIA- FOLCLORE”, posto in alto, sul cancello d’ingresso del Parco, tra i tra i due leoni di pietra. Al calar delle tenebre nel tranquillo borgo di Ligurno, solitamente silenzioso, volavano voci e rumori quasi surreali. Sono andato a letto certamente dopo mezzanotte e, … poco dopo, ho sentito mio padre che chiamava mio Fratello e me : “ Ragazzi, sono le quattro, è ora di muoversi!”. Non so se lui era andato a riposarsi almeno un po’!
Ma la Sagra è decollata con grande successo; e il successo fa sparire ogni stanchezza, scioglie ogni incrostazione!
Di quel che è avvenuto successivamente, voglio accennarvi solo tre episodi.
Il primo, l’incontro con un grande giornalista della RSI- Radio Svizzera Italiana, Sergio Maspoli, una persona squisita, di elevatissimo stile e cultura, che ha seguito i preparativi della seconda edizione della Sagra ed ha poi realizzato un bellissimo, avvincente “reportage” (che spero sia ancora reperibile negli archivi di Radio Lugano).
E poi, un episodio comico. Nella cucina della Sagra è terminata la polenta ed i “clienti” premono per averne dell’altra. Purtroppo, nella fretta, la farina gettata nel paiolone si raggruma malamente e non dà cenni di rinsavimento. Un amico presente, imprenditore edile, dice : “Ci penso io!”. Va nella propria auto, prende un trapano stradale nuovo di zecca e con quattro colpi rimette in sesto la polenta.
Terzo ricordo nostalgico è la “Bandella” di Stabio. Cinque musicisti svizzeri iniziano a suonare nel tardo pomeriggio brani di musica popolare, pezzi classici, ritmi del passato, con un suono pacato, accattivante, che rasserena i cuori e fa quasi sognare.

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Questo scorrere di ricordi ormai antichi mi richiama alla mente una serata giovanile a Parigi, su un ponte della Senna. Sotto, l’acqua scivola via, formando piccole onde; sulle onde le luci notturne della Città gettano fantasiosi riflessi colorati.
Quale il nesso tra i due momenti? Forse perché tutto passa, anche le iridescenze dell’acqua e il gorgheggio di primavera dei “richiami”? O, forse, l’anello che unisce i due ricordi sta semplicemente nei versi del grande Jacques Prévert, ambientati nel Mercato degli Uccelli e dei Fiori di Parigi: “ Sono andato al Mercato degli Uccelli ed ho comperato uccelli per Te … ”.
Quali strane assonanze risvegliano le memorie antiche !

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Pubblicato il 03 Settembre 2015
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