Gavirate Calcio, quando il settore giovanile è tutto

Nelle 12 squadre della società rossoblù giocano quasi 200 ragazzi e il movimento è in forte crescita. Il presidente: “Presto un nuovo campo e ampliamento degli spogliatoi”

Persone e strutture del Gavirate Calcio 2015

GolMinore(d. f.) Con l’avvio dei campionati di calcio, torna anche la nostra apprezzata rubrica “Figli di un gol minore” dedicata a storie e personaggi del mondo del pallone più nascosto, lontano dalle luci della ribalta. Nei prossimi due mesi, grazie alla collaborazione con Lorenzo Lazzerini, toccheremo alcune delle società della provincia attive in particolar modo nel settore giovanile: cominciamo con un club longevo e seguito, il Gavirate Calcio.

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Il risultato conta fino a un certo punto. Vuoi mettere la soddisfazione di vedere un ragazzo del settore giovanile che arriva a indossare la maglia della prima squadra? Così la pensano al Gavirate Calcio, dove la crescita dei giovani ha la priorità rispetto alla vittoria ad ogni costo. Una filosofia che fa incrementare di anno in anno gli atleti iscritti alla scuola calcio: tra baby, juniores e prima squadra sono 220 i tesserati per la società rossoblù, numeri importanti per un club non professionistico ma che in quanto ad attenzione verso i giovani ha pochi eguali in provincia di Varese.

Per questo siamo andati a trovare i vertici della società nella sede del centro sportivo comunale ‘Vittore Anessi’, dove incontriamo il presidente Massimo Foghinazzi, da giugno al timone del Gavirate insieme al vice Emilio Felli. Le idee sono chiare: «L’obiettivo è rendere il Gavirate un punto di riferimento per i ragazzi del Varesotto – dice Foghinazzi – e per fare questo vogliamo investire nelle strutture. Abbiamo un movimento di circa 200 ragazzi e per il prossimo anno vorremmo averne il 20% in più. Per ampliare il settore giovanile però servono spazi adeguati e già da quest’anno abbiamo iniziato ristrutturando tribune e spogliatoi e riverniciando tutti gli ambienti. Ora abbiamo tre campi di gioco, dei quali uno in sintetico (su cui si è spesso allenato in inverno anche il Varese negli anni passati ndr), per la prossima stagione vorremmo aggiungere un altro campo e uno spogliatoio. Non sarà facile, ma posso contare su una società solida, sul sostegno dei genitori, il supporto dell’amministrazione comunale, che condivide i nostri obiettivi, e sui nostri sponsor, a tutti gli effetti partner coinvolti nel progetto».

Dal punto di vista tecnico Foghinazzi ha puntato sulle conferme del direttore generale Fabio Fumagalli e del responsabile del settore giovanile Giuseppe Magistri. «Hanno svolto un lavoro importante negli ultimi anni e non c’era motivo di cambiare», conferma il presidente.

Proprio Fabio Fumagalli presenta la prima squadra che partecipa al campionato di Promozione (girone A): “Abbiamo costruito una squadra giovane con l’obiettivo di mantenere la categoria. Per farlo dovremo raggiungere il prima possibile quota 40-42 punti. L’80% della rosa allenata da Stefano Iori è formata da ragazzi “fatti in casa”, questa è la cosa più importante. La prima squadra deve ottimizzare il lavoro fatto dai tecnici del settore giovanile».

Il responsabile Giuseppe Magistri ci parla invece dei baby del Gavirate: «Abbiamo 12 squadre, a partire dai piccoli di 5 anni nella categoria Primi calci, dove giocano i nati nel 2010, 2009 e 2008, poi i Pulcini (2007, 2006 e 2005), gli Esordienti, con una squadra che gioca a 9 del 2004 e l’altra a 11 del 2003, due squadre di Giovanissimi (2001 e 2002), gli Allievi locali del 2000 e quelli regionali del 1999. Senza dimenticare gli Juniores regionali, dove abbiamo anche ragazzi che giocano qui fin dai Pulcini. Siamo partiti con alcune categorie addirittura raddoppiate e per noi è un record. Entro i prossimi 3 anni vorremo fare un ulteriore salto di qualità. I giovani ci scelgono soprattutto perché in questo ambiente possono giocare con tranquillità, senza l’ansia del risultato, e hanno a disposizione un staff preparato. Per questo voglio ringraziare il medico sociale Marco Kogoj, il fisioterapista Alessio Andrighetti e l’osteopata Giovanna Munari».

Un esempio dello stile-Gavirate sono i ragazzi del 2003 allenati da Alberto Gennaro, quest’anno nella categoria Esordienti. L’anno scorso sono arrivati alla finale del Torneo di Viareggio contro i modenesi del Castelvetro, perdendo ai calci di rigore. Ma anche in questo caso non è il risultato che conta. “Nell’intervallo alcuni ragazzi si sono messi volontariamente da parte per far giocare anche i compagni di squadra – racconta Alberto – è stata una scena bellissima, mi viene ancora la pelle d’oca se ci penso. Hanno dimostrato di tenere al gruppo più che al risultato, non è una cosa che si vede tutti i giorni». Uno dei compiti più difficili è proprio quello di riuscire a gestire tanti piccoli atleti senza scontentare nessuno: «Cinque anni fa allenavo 10 ragazzi, ora sono diventati 35 e insieme ai miei colleghi Luca Caddeo e Omar Patella li abbiamo suddivisi in due squadre, che comunque si allenano insieme. Nessuno deve sentirsi messo da parte, l’importante è che i ragazzi crescano e non solo come calciatori. Per questo noi allenatori dobbiamo essere soprattutto bravi educatori».

FIGLI DI UN GOL MINORE Tutti gli articoli della nostra rubrica sul calcio “nascosto”

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Pubblicato il 14 Settembre 2015
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