Gilberto Oneto apre il Festival della Lega
“La Lega o è indipendentista oppure non è". Pinti: “Indipendenza? Provare per credere”
La tre giorni della Lega Varesina che culminerà domenica con il comizio di Matteo Salvini in piazza Montegrappa, inizia oggi con un incontro pubblico nella storica sede di Piazza del Podestà alle 18.00 in cui si parlerà di indipendentismo.
Il titolo della tavola rotonda è “Fratricidi d’Italia” , tra i relatori Gilberto Oneto, il giornalista e scrittore che da anni pungola la Lega affinché non smarrisca la strada per costruire una nuova nazione libera e indipendente.
La sua ultima pubblicazione: “Il Guerrone” (edizioni Il Cerchio) è una rilettura critica del massacro della Prima Guerra Mondiale che, secondo l’autore :“Non è da considerarsi un fatto isolato – spiega – ma solo una delle tante pagine nella storia dello Stato italiano dall’unità a oggi, costellata di aggressioni, stragi, buchi neri, trame segrete.”
Perché questo? Secondo il fondatore della Libera Compagnia Padana la risposta è semplice: “Gli stati centralisti hanno sempre bisogno di un nemico esterno per affermare la loro identità posticcia e quindi alimentano falsi conflitti per tenere sempre alta la tensione, mentre gli stati autonomisti, federalisti, liberi e indipendenti, sono anche e soprattutto stati pacifici, basta guardare alla vicinissima Svizzera.”
Il dibattito, che vedrà tra i relatori anche Luca Toccalini, coordinatore nazionale dei Giovani Padani e Alex Storti, portavoce del “Collettivo Avanti” per la Lombardia indipendente e che sarà registrato per Radio Padania, vuole riportare la battaglia indipendentista al centro delle priorità della Lega.
“La Lega o è indipendentista o non è” – sottolinea Oneto che tuttavia mette in guardia gli indipendentisti dalle tentazioni settarie e puriste: “fare mille partitini indipendentisti non serve a nulla, la battaglia deve essere padanista, dentro e fuori la Lega.”
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario del Carroccio varesino, Marco Pinti che invita tutti a “provare per credere”. “E’ sufficiente – dichiara – pensare per dieci minuti all’indipendenza di un Paese nuovo, diverso dall’Italia, per accorgersi di come tutta l’impalcatura di questo Stato sia falsa come le scenografia di una soap opera, vuota la sua retorica, ridicoli i suoi potenti: dall’insegnante autoritario al dirigente raccomandato su fino al Presidente della Repubblica.”
“Difficile – conclude Pinti – pensare ai problemi d’Italia quando ci si è accorti che il problema è l’Italia”.
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