I sindaci contro l’inceneritore: “Nessun aumento delle tariffe”

I primi cittadini del gruppo che sin dall'inizio ha spinto per lo spegnimento dei forni di Accam precisano: "Accam perde 20 mila euro al giorno, va chiuso presto ma le perdite non devono ricadere sulle tariffe"

inceneritore accam busto arsizio

Il gruppo di sindaci soci di Accam, che ha spinto più convintamente verso lo spegnimento dell’inceneritore di Borsano, ha deciso di mettere nero su bianco alcune precisazioni in merito alla decisione di accelerare la chiusura dell’impianto. Ecco cosa scrivono i primi cittadini di Buscate, Canegrate, Cardano al Campo, Castano Primo, Fagnano Olona, Magnago, Pogliano Milanese, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Vanzaghello in qualità di soci della Società Accam spa.

Diamo atto al Presidente ed ai membri del CdA di avere svolto in questi pochi mesi un attento e prezioso lavoro di “due diligence” che ha portato alla luce criticità per troppo tempo ignorate o sottovalutate dai precedenti Amministratori: una azienda che perde (da qualche anno) quasi ventimila euro al giorno ha dei seri problemi di sopravvivenza che non possono essere camuffati da artifizi contabili o attese messianiche di mega investimenti (revamping doppio o semplice).

Constatiamo come sulla stampa vengano diffusi ad arte dati e cifre che, anziché fare chiarezza, producono confusione: le somme per gli ammortamenti degli impianti e/o le svalutazioni contabili dei medesimi non hanno effetto diretto sulla “ tassa rifiuti” pagata dai cittadini ma solo sul Capitale Sociale e sul valore contabile “a libro” dello stesso C.S. nei cespiti patrimoniali dei singoli soci. Un effetto diretto e positivo sulla “tassa rifiuti” può avvenire per i cittadini se si aumenta la raccolta differenziata e si diminuisce perciò la quota indifferenziata destinata all’incenerimento.

Ribadiamo come la scelta espressa dall’assemblea del 2 marzo 2015 che prevede lo spegnimento dei forni e l’avvio del progetto dell’impianto di trattamento a freddo sia l’unica scelta vincolante per la società e sia anche la soluzione più valida a fronte dell’evoluzione del quadro generale ( Legge sblocca Italia, normativa europea, aumento raccolta differenziata ecc).

Ci impegniamo affinché durante la Conferenza dei Servizi in Regione prevista per oggi, martedì, venga accantonata sine die l’ipotesi di classificazione R1 dell’impianto Accam e, successivamente, vengano fornite dagli enti sovraordinati garanzie tecniche e finanziarie per il decomissioning, la bonifica dei terreni e la realizzazione dell’impianto di trattamento a freddo.

Concordiamo che, in vista del rapido spegnimento dei forni e del conferimento dei rifiuti ad altro impianto, sia mantenuta la coesione tra i soci in modo da ottenere prezzi più competitivi di conferimento e nel contempo venga da subito iniziato il percorso per arrivare all’impianto di trattamento a freddo secondo le indicazioni già emerse (area di insediamento 20 mila mq – trattamento di 40 mila tm/anno).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Settembre 2015
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