Il colchico autunnale e la bardana comune

Nuova puntata del tour naturalistico del nostro lettore Teresio Colombo

Il colchico autunnale e la bardana comune

Lunedì 21 settembre dopo pranzo ho deciso per una breve e non faticosa uscita alla ricerca dei fiori per l’articolo della prossima settimana e la decisione è stata per le pendici del monte S. Francesco del gruppo Campo dei fiori la decisione è stata presa tenendo conto che per i prossimi giorni ho impegni già prefissati come la visita oculistica per mia moglie e per me la visita al birrificio Poretti, almeno una uscita a funghi senza contare i prossimi 2 giorni di nubi e pioggia. Fatte queste considerazioni, mi reco ad Velate, storico centro incorporato nella città di Varese sin dal 1927 ma di origini antiche come ci ricordano anche alcuni fra cui il basamento di una torre romana dei primi secoli d.C. purtroppo inaccessibile perché a suo tempo incorporata nei terreni del parco di una delle ville che fu proprietà degli Zambeletti, i resti delle fortificazioni sempre di epoca imperiale lasciate dai romani, la torre di avvistamento donata dagli Zambeletti al FAI, la Chiesa da tempo utilizzata anche per attività culturali dal comune di Varese e senza dubbio la più vecchia esistente nel territorio varesino, la parrocchiale risalente a poco dopo il mille, le abitazioni di cui alcune di epoca Medioevale, ma cose anche recenti come la villa delle Versagne con il parco di oltre i 25 ettari, la villa dove Guttuso ha soggiornato negli ultimi anni della vita, la tomba della scrittrice “Liala” questo solo per elencare alcune cose che più facilmente si ricordano e tralasciando le bellezze naturalistiche notevoli come i ricordi storici che questo centro suscita.

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Arrivo fino alla strada che porta all’acquedotto e mi incammino in direzione dello stesso che raggiungo senza difficoltà proseguendo sul sentiero non asfaltato, fatti alcuni metri abbandono questo sentiero e ne imbocco uno che prosegue in piano lungo le pendici del monte S: Francesco e che nella vallata vedo scorrere il torrente Vellone e subito mi vedo una selva di Balsamina di Balfour (1) (Impatiens balfourii) balsaminacea di origine himalaiana oramai diffusa in tutta la provincia come la B. ghiandolosa che recentemente ho vista presente anche nel parco, poco più avanti un pianta di Mentuccia comune (2) (Calamintha menthifolia) una lamiacea presente nei nostri boschi in generi poco diversi fra loro e quindi facilmente confondibili inaspettatamente vedo alcuni Giallini (3) (Cantharellus cibarius) considerato un ottimo fungo specie se cotto in frittata mi meraviglio perché, di norma, gli avvistamenti di questo fungo sono avvenuti su terreni acidi, ecco che sono spinto a guardare il suolo che in questo punto è coperto di un acciottolato minuto, tondeggiante e di rocce non calcaree insomma quello che ritengo esser materiale trasportato da un torrente che fuoriusciva da un ghiacciaio, questa riflessione azzardata e poco scientifica mi tranquillizza abbastanza.

Decido di proseguire e con un certo stupore constato la presenza di alcuni esemplari di Colchico d’autunno (4) (Colchicum autumnale), sono i primi che vedo e me li aspettavo in zone più esposte, di questa liliacea ne abbiamo parlato a fine inverno quando spuntano le foglie all’inizio dell’estate quando maturano i semi e adesso all’inizio d’autunno quando si mostrano i fiori che spuntano dal terreno senza che sia visibile alcuna traccia del resto della pianta, mi permetto di ricordare l’alta tossicità di questa pianta in tutte le sue parti che vengono utilizzate in diverse forme che vanno dalla tintura alla bevanda alcolica, dalle pillole alle pozioni. Sono arrivato al punto dove il sentiero causa frane intercorse da vari anni diventa impraticabile, siccome è più praticabile quello sulla riva opposta passo il torrente approfittando della scarsità d’ acqua che viene lasciata scendere dalle prese dei 2 acquedotti quello del Sacromonte e quello di Velate e subito vedo 2 esemplari di Vilucchio bianco (5) (Calystegia sepium) più avanti scende con un piccolo balzo ,il corso del Vellone creando una pozza d’acqua molto attrattiva per la sua limpidezza (6) non appena realizata la foto vedo alcune piante di Pigamo colombino (7) (Thalictrum aquilegifolium) che fa bella mostra dei suoi semi sullo stelo ormai rinsecchito è ora di ritornare perché essendo sotto al m. S. Francesco sarò nel cono d’ombra sino all’acquedotto.

Avviato sulla strada del ritorno mi accorgo che la Bardana selvatica (8) (Arctium nemorosum) che avevo trascurato in andata nella illusine di trovarne qualche pianta meno secca è invece l’unica possibilità di fotografarla, è una composita nota nella farmacopea anche degli anni da poco trascorsi ma soprattutto un caro ricordo quando da bambino si giocava a fare la guerra perché si aveva la certezza che chi fosse stato colpito dal lancio di un fiore di Bardana non se lo sarebbe potuto togliere facilmente; vicino a questa vedo un Nocciolo comune (9) (Corylus avellana) che ha già messo le infiorescenze maschili oltre alle gemme, vicino si mostra con le sue bacche rosse il Berretto da prete (10) (Euonymus europea).

Il 25/9 con mia moglie decidiamo di andare a Velate al pratone dirimpetto alla recinzione della proprietà le Versagne,per fare ciò ci rechiamo al posteggio sito in località Il Poggio sopra Luvinate avviandoci per il sentiero 10 che in questo tratto dal Poggio al pratone di Velate si arriva con un percorso di meno di un km, non appena imbroccato  il sentiero noto un Edera (11) (Hedera helix) quasi sfiorita fatta la foto e visto che oltre la siepe sono sbucate le Mazze di tamburo decidiamo , con mia moglie, per un giro esplorativo nel bosco, non avendo trovato nulla di significativo, ne usciamo riprendendo il sentiero, raggiunti alla fine di questo notiamo con una certa luce il Faggio comune (12) (Fagus sylvatica) che con le radici  rallenta il naturale disfacimento della piccola collinetta su cui è posto; finalmente siamo al pratone, mia moglie decide di godersi ancora una  volta il bel sole mentre decido di fotografare il Timo maggiore (13) (Thymus vulgaris), la Linaria comune (14) (Linaria vulgaris) e la Cremesina uva turca (15) (Phytolacca americana) tutte piante trattate in precedenti articoli.

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Pubblicato il 28 Settembre 2015
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