“Perché quell’ascensore non ha funzionato?”

I rappresentanti sindacali saranno alla Holcim, il cementificio di Comabbio dove pochi giorni fa ha perso la vita il 20enne di Bergamo Michele Franchini

flavio nossa

Alle 10 e 30 di questa mattina, mercoledì 2 settembre, i rappresentanti sindacali saranno alla Holcim di Comabbio, il cementificio dove pochi giorni fa ha perso la vita il 20enne di Bergamo Michele Franchini, per incontrare i dirigenti della società. «Non ci accontenteremo di una spiegazione superficiale – spiega Flavio Nossa della Fillea Cgil (nella foto)- noi vogliamo sapere cosa è successo a quell’ascensore. E soprattutto se dopo l’incidente si è bloccato ancora come ci hanno riferito. Per quel disservizio un ragazzo ci ha rimesso la vita».

Nossa ammette che tutto quello accaduto fino a oggi nel cementificio ha il sapore di un paradosso perché gli standard di sicurezza di quell’azienda sono molto alti, così alti  da rasentare l’ossessione. «Non esagero – continua il sindacalista della Cgil – se definisco maniacale l’attenzione che la Holcim riserva alle misure antinfortunistiche e alla sicurezza in genere. Nonostante ciò c’è stata una vittima».

Il paradosso, a cui fa riferimento il sindacalista della Fillea Cgil, riguarda proprio l’azienda che ormai ritenendosi al top in fatto di antinfortunistica ha fatto della sicurezza la sua mission, istituzionalizzando le varie procedure fino al punto di perdere il contatto con la realtà dei lavoratori. «Quando si diventa bravi e alla Holcim lo sono – spiega Nossa – si diventa anche autoreferenziali con il progressivo svuotamento del rapporto con i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza. Mentre ci dovrebbe essere un confronto sempre aperto perché possono emergere elementi interessanti. Per esempio, sapere se quell’ascensore aveva già avuto guasti che è quello che vorremmo capire oggi».

I sindacati proporranno ai vertici della Holcim di creare coordinamenti delle rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) anche per le aziende terze in appalto o in subappalto che impiegano personale nel cementificio. «Quando si interviene su cantieri come questi  – sottolinea il sindacalista della Fillea Cgil – ci sono  cartelli che indicano e spiegano  i punti più rischiosi e i processi produttivi, in modo che chi capita lì una volta all’anno sappia come comportarsi».

Cgil, Cisl e Uil chiederanno inoltre all’azienda di mettere a disposizione per il sostegno della famiglia Franchini una cifra equivalente a quella raccolta dai colleghi di lavoro di Michele e che sia prevista un’assemblea di tutti i lavoratori compresi quelli di aziende esterne prima che inizino il loro intervento, fermando la produzione. «Stiamo rinnovando ancora il contratto integrativo – conclude Nossa – ma nella nostra piattaforma c’è la proposta di aumentare di un’ora l’assemblea sindacale sui temi della sicurezza e che questi corsi diventino la base per il calcolo del premio di produttività. Molti storceranno il naso, ma è necessario farlo».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 02 Settembre 2015
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