La mentuccia montana e il caglio arrossato

Prosegue il viaggio tra le bellezze della natura delle nostre zone, a cura del lettore di VareseNews Teresio Colombo

La mentuccia montana

La domenica 6 settembre con mia moglie decidiamo di andare a villa Cagnola presso la Rasa di Varese per vedere lo stato della vegetazione, in particolare alla ricerca della Genziana sfrangiata e della e della Cuscuta epitimo la prima l’avevo vista una decina d’anni orsono sulla via breve per il M. Legnone nella zona in corrispondenza del tratto oltre la statua e la seconda l’ho sempre vista nel prato dietro alla costruzione del rifugio osservatorio. Avendo deciso di arrivare al rifugio osservatorio pensiamo sia opportuno seguire le vie brevi per il Legnone, così affrontiamo subito la scalinata che ci porta alla ex palestra trasformata in sala riunioni dall’ente Parco, devo dire che questo breve pezzo è suggestivo per la presenza di radure all’ombra di faggi ormai secolari e con sedili in pietra dove fermarsi a riflettere godendosi la pace che questi grandi alberi ci offrono, malgrado la poesia che il posto suggerisce la fatica si fa sentire e quindi si decide una breve sosta prima di affrontare la seconda rampa di scale. Questa seconda rampa di scalinata, più corta della precedente ci porta dal tetto della ex palestra al punto di raccolta acqua per tutto il villaggio Cagnola, fontane e piccole piscine comprese, anche questa scala sembra ripristinata dopo che il suo utilizzo sia stato interdetto per lungo tempo, il fondo dei gradini è stato soggetto a cedimenti in larga parte ma un solo gradino si è rotto ma senza particolari disagi è superabile, è certo però che la bellezza dei ciclamini che circondano questo tratto di scalinata è causa di distrazioni tanto che un motivo della scelta di questo percorso che era la verifica delle condizioni delle piante di Bosso che erano state sofferenti lo scorso anno non l’ho fatto. Terminata questa seconda scalinata si ritorna sulla strada normale e cosi ci accorgiamo che sono state modificate le 2 fontanelle di acqua sorgiva la prima, spero solo provvisoriamente, unificando i punti di sfogo mentre sulla seconda l’intervento risulta completo sostituendo il vecchio abbeveratoio con un fontanile di linea moderna   rivestito in legno più consono all’ambiente. A questo punto decidiamo di prendere la deviazione verso la statua che ci consente di vedere lo stato della vegetazione in salita controlliamo le gemme dei piccoli frassini e ci accorgiamo che sono tutte arrotonda e pertanto non si tratta di frassini ma di giovani ornielli che si sono riprodotti ritrovando un clima in cui adattarsi, superata la statua nel tratto in piano successivo cerchiamo il caglio che però è ancora in bocciolo, allora con la moglie decidiamo di utilizzare il tratto successivo della via breve e, in effetti fatti pochi gradini ci ritroviamo con dei bei cespugli di Caglio arrossato(1,2) (Galium rubrum) fiorellino tipico dei prati magri che è abbastanza abbondante in tutto il parco solo che in questo anno la sua fioritura che normalmente avviene fra la fine di luglio e la metà di agosto è stata particolarmente tardiva vicino vedo i cinorroidi della Rosa selvatica comune (3,4)(Rosa canina) quasi maturi dato il colore rosso-arancione. Ci avviamo al termine di questa salita e decidiamo di sostare appena tornati sulla strada ma appena seduti siamo  attratti dalla Salvia vischiosa (5) (Salvia glutinosa) presente in notevole quantità e visto che in un articolo precedente l’ho fotografata come intera pianta questa vola tendo ad evidenziare il particolare del fiore, di fronte a dove mi sono seduto vedo un esemplare di Campanula maggiore (6)  ) riconoscibile per avere dei filamenti sui petali come si vede nella foto, vicino noto la presenza della Mentuccia montana (7)(Calamintha grandiflora), fiore diffuso in modo abbastanza rado nel parco. Dopo esserci riposati un poco decidiamo di proseguire verso la costruzione che, per comodità,  chiamo osservatorio perché è dotata di porta finestra con possibilità, nei giorni di buona visibilità di avere un’ampia vista sulla pianura fino a scorgere l’appennino parmense in lontananza, ma tatti pochi passi oltre il giro della strada (voluto dal fratello medico che qui girava l’auto negli anni 30’ del secolo scorso) incontriamo un esemplare d Cardo asinino (8,9)) (Cirsium vulgare ) un ultimo strappo e arriviamo alla torretta ma soprattutto ad una panchina che pur essendo in cemento ho sentito, per la prima volta di una comodità mai pensata. Mi sto riprendendo quando una insetto, apparentemente molto simile alla cavalletta, mi si appoggia sui pantaloni impugno la macchina fotografica e scatto non riesco a capire di quale ortottero si tratti perché le 4 zampe mediane sviluppate me lo confonderebbero con un grillo ma la forma è più di cavalletta, in ogni caso sembra trattarsi di una femmina vista la protuberanza sulla coda, insomma chiedo ai miei lettori di sapermi dire il genere di appartenenza di questo animale (10). Decido di fare 2 foto di paesaggio(12,13) la prima mostra il Sacromonte e la pianura antistante, la seconda rivolta alla punta Paradiso e alla punta di Mezzo del gruppo Campo dei fiori ripresi dal lato nord, fatta questa foto mi accorgo di aver dimenticato la Lavanda vera (13) (Lavandula angustifolia) che, pur trovandosi in ambiente idoneo è quasi sicuramente non spontanea.  Realizzata questa foto ridiscendiamo scegliendo la strada più comoda anche se più lunga, a un certo punto intravvedo una pianta di Vincetossico (14) (Vincetoxicum hirudinaria) con il baccello aperto che mostra i suoi semi con le ali setolose pronti a disperdersi.

Teresio Colombo

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Pubblicato il 21 Settembre 2015
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