La  R-Evoluzione artigiana inizia dalle parole

L’hanno chiamata R-Evoluzione, una definizione che mette insieme la rivoluzione digitale e la conseguente evoluzione a cui tutti sono chiamati, primi fra tutti gli imprenditori. Una sintesi creativa in puro stile artigiano che Confartigianato Imprese Varese ha coniato per festeggiare i suoi primi 70 anni, anniversario che culminerà sabato 26 settembre, all’Hotel Le Robinie di Solbiate Olona, con una mattinata (inizio 10 e 30) dedicata al tema del cambiamento a cui parteciperanno il presidente dell’associazione di via Milano, Davide Galli, Piero Bassetti, presidente della Fondazione Giannino Bassetti e di Globus et Locus, e le imprese del 70mo.

Gli anniversari in genere volgono lo sguardo al passato, ma la R-Evoluzione annunciata è pura «tensione verso il futuro», per citare una bella definizione dell’economista di Ca’ Foscari  Stefano Micelli, in quanto capace di integrare l’innovazione tecnologica con i pilastri dell’artigianato: la passione, la maestria e il territorio. «In questi ultimi 70 anni abbiamo dimostrato – dice Davide Galli – quanto sia importante  cambiare per anticipare il mercato, tenendo fermi i valori di quell’artigianato che con creatività e flessibilità rappresenta un modello unico».

C’è un’altra definizione che descrive bene che cosa vuol dire essere artigiano: la «resilienza», che letteralmente è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, quindi di sostenere un cambiamento a cui è sottoposto. E in questi ultimi dieci anni l’urto che i micro e piccoli imprenditori hanno dovuto affrontare aveva ed ha ancora molte sfaccettature, spesso ricomprese sotto un’indistinta definizione di «crisi», sottintendendo altri fenomeni ben più difficili e complessi, come ad esempio la globalizzazione.

«Il cambiamento può spaventare e può far male – sottolinea Piero Bassetti -. Ma guardare alla storia con consapevolezza è fonte di un insegnamento fondamentale: l’artigiano è resistente – o forse meglio ancora, è resiliente – anche alle trasformazioni più profonde. Pensate agli strumenti e ai modi di produzione. Il telaio a mano significava casa e famiglia, significava il coinvolgimento di un intero nucleo familiare con l’impresa; portato in fabbrica, lo stesso telaio non ha più come contesto la famiglia ma la spa. Eppure, mentre ciò avviene, il “saper fare artigiano” non scompare. Continua a condizionare non solo i modi di produrre, ma anche quelli di tramandare il sapere: apprendere in bottega era diverso che apprendere in seminario o all’università borghese, o alla corte».

Nel descrivere i fenomeni, le parole spesso rimangono in superficie, accontentandosi di una verità spiccia e sommaria senza riuscire ad entrare nella realtà e nelle sue contraddizioni. Avere consapevolezza del proprio posto nell’economia qui ed ora è dunque un concetto più difficile da articolare, argomentare e declinare nel concreto rispetto, per esempio, alla veloce e consumata immagine di una “luce in fondo al tunnel” o a una “crisi foriera di opportunità“, in quanto richiede un percorso vero, un coinvolgimento diretto di chi crea e produce e una buona capacità di autocritica, non di lamento. La mossa vincente dei piani alti dell’associazione di via Milano è aver messo il «saper fare artigiano», citato da Bassetti, e la sua evoluzione al centro di un pensiero forte sintetizzato nella definizione “L‘impresa delle meraviglie”, una felice intuizione in grado di ripristinare la giusta corrispondenza tra parole e fatti, economia reale e teoria, innovazione e tradizione.

Entrare in una bottega artigiana e far vedere all’intera comunità cosa si fa e soprattutto come si pensa è tutt’altro che un esercizio di stile e non è nemmeno così scontato farlo, anche se sei un’associazione di rappresentanza forte e con 70 anni di storia alle spalle.

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Il programma di sabato  26 settembre  Hotel “Le Robinie” Solbiate Olona