L’ospedale di Cuasso spera nel rilancio grazie alla riforma

Ottimisti i componenti del Comitato in difesa del presidio ospedaliero. In un recente incontro hanno illustrato i risultati ottenuti

mamtovani a cuasso

Un ambulatorio cardiologico efficiente al posto della riabilitazione. È quanto chiede, e dovrebbe ottenere, il Comitato che difende l’ospedale di Cuasso.

Nel corso di una riunione, i promotori dell’iniziativa, tra cui Angelo Ferrarello dipendente della stessa azienda ospedaliera, hanno affrontato i futuri passi discussi e condivisi con il direttore sanitario Gianluca Avanzi: « Al posto della riabilitazione cardiologica che verrà trasferita al monoblocco di Varese, Cuasso aprirà un ambulatorio di cardio per gli esterni, dove si potranno fare esami come eco cuore, holter, visite specialistiche. Abbiamo chiesto di includere la possibilità di effettuare tutti i giorni l’elettrocardiogramma. Riteniamo che l’ambulatorio sarà un bel servizio per popolazione  e medici  di base».

Il risultato ottenuto annulla il temuto impoverimento legato al trasferimento della riabilitazione cardiologica, una decisione ( lo avevamo già dichiarato) maturata anni fa e che, di fatto, ha portato a una limitata occupazione di posti letto: dagli iniziali 25 agli attuali 3.

Un altro elemento positivo riguarda la diagnostica a immagini aperta tutti i giorni ,visto che i tecnici sono lì sottoutilizzati: «Il direttore sanitario – ha spiegato Ferrarello – ha convenuto con noi che si  tratta ormai di una soluzione matura, aspettiamo a brevissimo. Anche l’apertura al sabato è un nostro obbiettivo ma ha un iter più complesso,bisogna lavorarci per dare risposta ad esigenze diffuse della nostra popolazione dato l’alto numero di lavoratori frontalieri  i quali non hanno possibilità di richiedere permessi in settimana».

«Altro argomento che abbiamo ribadito con forza riguarda la broncopneumologia, storico asse portante: occorre affidare immediatamente la responsabilità del reparto a una persona motivata, senza attendere la nomina del nuovo primario di pneumologia che dovrebbe andare in porto a fine anno».

Insomma, appurato che la Riforma non taglierà i piccoli presidi, Cuasso vuole riorganizzarsi per continuare ad avere voce nel sistema sanitario lombardo: « A livello generale, viste le tappe di avvicinamento all’attuazione della riforma e l’affermazione politica che nessun ospedale verrà chiuso, noi sicuramente finiremo sotto Asst dei laghi che comprenderà anche il privato accreditato. La risposta che nessuno oggi può dare è se ci sarà una grande Asst con tutti gli ospedali afferiti o un’azienda ospedaliera (poche in Lombardia,come il Niguarda, Brescia, Bergamo) che farà solo attività in acuto di eccellenza e di alta complessità».
La questione è delicata: ai primi di ottobre, in Commissione sanità verranno ascoltati i direttori di alcune aziende ospedaliere che dovranno motivare la necessità che la realtà diretta rimanga “ospedale per acuti” e non si trasformi in azienda socio sanitaria territoriale. Tra i direttori attesi c’è anche Callisto Bravi di Varese, ospedale da cui Cuasso dipende.

L’ospedale di Cuasso torna a sperare in un rilancio, anche alla luce degli interventi fatti sul piano energetico con l’installazione di caldaie ad acqua calda e non a vapore e con combustibile meno inquinante ( si parla di costi elevatissimi: tre milioni di euro all’anno nell’ultimo quinquennio).

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Pubblicato il 22 Settembre 2015
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