Prima tappa: da Vercelli a Robbio

Il primo giorno della parte lombarda del percorso, effettuata da Marco Giovannelli con un ospite d'eccezione, il presidente della Regione Roberto Maroni

Via Francigena

Quando pensi di aver visto tutta la bellezza naturale possibile, scoprire la Lomellina in settembre lascia incantati. Una tappa fantastica. Tutta immersa nelle risaie con le spighe color oro ormai pronte per esser raccolte. Davvero non me la immaginavo così bella. Diciannove chilometri, la maggior parte fuori dall’asfalto.

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La via Francigena in Lombardia: da Vercelli a Robbio 4 di 28

Stamattina sveglia alle cinque e treno alle 6 e 18 da Gazzada Schianno a Rho Fiera. Da lì a Vercelli.
Intorno alle 7.45 mi arriva un messaggio. “Sono fuori dalla stazione. Appena arrivi chiamami”.
Ha mantenuto la promessa. Il presidente della Regione Lombardia ha messo le scarpe da ginnastica e si è fatto un gran pezzo della tappa odierna fino a Palestro.

Gli avevo proposto di venire a conoscere questo cammino in modo da poterlo promuovere e valorizzare. Lui aveva risposto subito con entusiasmo e così abbiamo condiviso dodici chilometri: «Io sono curioso e mi piace conoscere. Questa la vera molla che mi fa scegliere. Ricevo decine di proposte al giorno per andare a far qualcosa, ma questa opportunità di toccar con mano un tratto del percorso in Lombardia».

Lo stupore maggiore oggi è stato del sindaco di Palestro Paola Franzo. Insieme ai suoi assessori ci aspettava sul ponte alle porte del paese. Ci mancava la banda e poi eravamo a posto. Maroni ha messo tutti a proprio agio e quasi nessuno si è accorto del lavoro discretissimo della sua scorta. Anche loro oggi in una veste inconsueta come pellegrini.

Un bel clima è grande entusiasmo a Palestro, piccolo comune con poco più di duemila anime. Un borgo storico, teatro di una epica battaglia alla fine del maggio del 1859. L’ultimo luogo visitato infatti è stato l’ossario costruito nell’Ottocento.

Il primo posto dove ci siamo fermati è stato l’Ospitaliere La torre merlata. Ambra e Paolo vi dedicano tutto il proprio tempo libero e hanno scelto di sistemare questo delizioso spazio quando si sono sposati tre anni fa.
La loro accoglienza è tipica di persone generose e attente ai pellegrini. Lo spazio è tra i più belli che ho incontrato in tutte le tappe che ho percorso. Quattro posti letto e uno stile semplice ma ricercato.

Il sindaco ci ha poi portati in comune per firmare il registro delle personalità e nella storia no avevano mai ricevuto la visita di un presidente della regione. Insomma la Francigena permette anche questi incontri. Bello il primo tratto, ma ancor più emozionante il pezzo da Palestro a Robbio.

Prima di questo mi sembra però interessante quello che ha detto Maroni nel suo cammino. «Dobbiamo investire sulla via Francigena e renderla attrattiva e conosciuta. Non ha niente da invidiare ad altri percorsi. È una bellissima esperienza che non avevo mai fatto. È faticoso per chi non è abituato a camminare come me, ma è molto bello, abbiamo attraversato posti stupendi, tra risaie e fattorie – racconta il presidente della Regione -. La via Francigena che porta i pellegrini a Roma da Canterbury, attraversando anche i nostri territori, è una grande esperienza per il suo significato».

«La domanda giusta è se viene sfruttata anche dal punto di vista dell’attrazione turistica, come accade per cammini più famosi come quello di Santiago – si interroga Maroni -. La risposta purtroppo è “no”. L’esperienza odierna mi convince che bisogna investire e valorizzarla. Oggi ho scoperto una cosa molto interessante e credo che si possa investire in questo percorso anche in vista del Giubileo e di altre iniziative. La Lombardia è piena di queste attrazioni come i siti Unesco o la stessa via Francigena: dobbiamo investire di più per valorizzarle e renderle più attrattive per il futuro. L’impegno da parte mia c’è».

Un bell’impegno quello che si è preso il presidente. Il mio è quello di proseguire il cammino e così dopo le firme e i saluti si riprende a camminare. Una tappa quasi interamente fuori dall’asfalto. Usciti da Vercelli e dalle strade ordinarie su costeggia il Sesia camminando sull’argine del fiume. Diverse cascine abbandonate e tanto riso ovunque. Sembra di esser fuori dal mondo e quasi non si avverte nemmeno fastidio passando sotto i piloni della A26.

Da Palestro a Robbio il sentiero è ancora più affascinante perché è stretto e corre proprio a filo delle risaie. Pochi chilometri e si entra nel piccolo paese amministrato da un giovanissimo sindaco, molto Social e molto accogliente, al punto di aver allestito una piccola foresteria dentro il comune. Due stanza spartane, ma comode per i pellegrini.

Per oggi è tutto anche se ci sarebbe da scrivere per ore. Ci sentiremo domani. Ho chiuso la giornata con una intervista su Radio Francigena. La potete trovare sul web.

Buona domenica a tutti

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Settembre 2015
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