Profughi negli hotel? “Via la licenza e 10.000 euro di multa”
La proposta è contenuta in un emendamento della Lega Nord sulla legge regionale del turismo. Le opposizioni insorgono: "Non mischiamo due questioni diverse"
Multe da 5 a 10mila euro e sospensione della licenza fino da 6 a 12 mesi. E’ questo quanto proposto dalla Lega Nord in un emendamento alla legge regionale sul turismo che sarà discussa al Pirellone. Il testo è stato firmato dal capogruppo dei leghisti al Pirellone, Massimiliano Romeo, da Fabio Rolfi e dal consigliere Pietro Fioroni.
LA PROPOSTA – Nel testo dell’emendamento si legge che “tutte le strutture ricettive alberghiere non possono ospitare, anche in via emergenziale, soggetti entrati illegalmente nel territorio italiano” il tutto per “evitare che le strutture destinate al turismo e alla ricettività lombarda possano essere utilizzate come alloggi o rifugi temporanei”. Il Carroccio ritiene infatti che “l’ospitalità per i migranti deve essere garantita dallo Stato tramite apposite strutture di accoglienza e identificazione” e in virtù di ciò bisogna “riservare l’accessibilità alle strutture turistiche lombarde ai soli cittadini entrati regolarmente in Italia, o nel caso di migranti, in possesso di un regolare permesso di soggiorno”.
LE MULTE – Andare contro a questa disposizione non sarà indolore per gli albergatori. “Chiunque contravvenga a queste disposizioni è punito con la sanzione amministrativa da 5.000 a 10.000 euro e con la sospensione dell’attività per un periodo da sei e dodici mesi”, si legge nel testo.
PROTESTE DELL’OPPOSIZIONE – “Mero furore ideologico”, così viene definita la proposta dal segretario regionale del Partito Democratico, Alessandro Alfieri. “Ogni occasione è buona per il Carroccio per fare il proprio spot contro i migranti -spiega Alfieri- mentre oggi dobbiamo fare una legge per il turismo lombardo, per aiutare anche gli albergatori a fare bene il loro lavoro, non per punirli”. Il numero 1 del PD lombardo ricorda che “la gestione dei profughi non c’entra nulla con questo provvedimento” e per questo invita a “tenere separati due argomenti” oltre a “fare bene quello che altre Regioni già fanno: aiutare i comuni e gli operatori a gestire queste persone in modo umano e razionale“.
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