Ambrogio Pozzi, designer dello spirito

Ultima settimana d'apertura per la mostra Umano e trascendente, dedicato alla ricerca spirituale di uno dei più apprezzati protagonisti del design italiano: 1500 persone hanno visitato l'esposizione allestita nella chiesa di Sant'Antonio

Gallarate rende omaggio ad uno dei più grandi designer del Dopoguerra, Ambrogio Pozzi, e la mostra si rivela anche un successo di pubblico: 1500 persone le persone che nelle prime due settimane di apertura hanno seguito il percorso allestito nella chiesa di Sant’Antonio (sarà aperta ancora fino a domenica 18 ottobre).

La mostra – promossa dal Museo della Basilica Santa Maria Assunta, curata dagli architetti Paolo Martinelli e Franca Cattaneo Zoerle e da don Attilio Borghetti – sceglie un punto di vista particolare per celebrare Pozzi e la sua ricerca sui materiali: la dimensione del designer internazionale che ha lavorato con grandi artisti e grandi firme viene qui messa in secondo piano, lavorando invece sulla ricerca spirituale dell’artista, attraverso opere compiute, schizzi e appunti d’archivio in gran parte provenienti dall’archivio privato e inediti. Ottanta pezzi, per lo più ceramiche, ma anche opere in legno e cartoni, sono stati allestiti su umili bancali (quasi come un laboratorio artigianale) nella barocca chiesa di Sant’Antonio, già usata per precedenti mostre legate alla dimensione del sacro. Nel riferimento al contesto della città natale, lo stesso luogo della mostra diventa parte del racconto dell’artista e della sua ricerca: Pozzi abitava a pochi metri dall’oratorio barocco, qualche decina dal profilo imponente della Basilica, «presenza ossessiva e inalienabile», ma anche luogo di memorie giovanili (come evocato nei “Ricordi” recuperati dall’archivio di famiglia).

Dalla rappresentazione figurativa dei temi cristiani negli anni Cinquanta, il percorso ricostruisce la ricerca di Pozzi fino all’approdo a originali eppur facilmente leggibili opere astratte, come i presepi realizzati tra anni Ottanta e Duemila, in cui la natività, la Trinità cattolica e il Dio che si fa uomo vengono tradotte e trasfigurate in forme e colori puri. Emozionanti anche le teste, i volti e gli intarsi in legno di Wooden, ideati negli ultimi anni di vita, che insieme ad una serie di disegni e schizzi sul rapporto tra individuo e pensiero rappresentano quasi un testamento della ricerca di Pozzi uomo, potentemente evocato anche nei calchi della mano, segno dell’individualità irriducibile. E ancora, i pezzi che rimandano ad un trascendente non più legato alla dimensione cristiana e cattolica, ma ad una forma di spiritualità aperta anche ad altre esperienze. E ancora peccato, umanità e salvezza evocati nelle opere figurative più tarde.

La mostra è aperta fino a 18 ottobre dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 (oratorio di Sant’Antonio, ingressi da piazza Ponti e corso Italia)

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Ottobre 2015
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