“Andare in piazza contro i diritti altrui è irresponsabile”
Il comitato Varese C'è, che domenica ha contestato pacificamente l'iniziativa delle Sentinelle in piedi, spiega le sue ragioni. "Rispettiamo la loro libertà, ma contrastiamo il loro messaggio, che non rispetta le ragioni altrui
Domenica 4 ottobre si sono confrontate in piazza due contemporanee manifestazioni, quella delle “sentinelle in piedi” e quella dei contestatori. Questi ultimi erano rappresentati tra l’altro – oltre ad alcuni privati cittadini non organizzati – anche dalla rete Varese C’è, animata da Arci Varese, Uaar Varese, Dispari – Circolo LGBT Varese e dagli ironici Sentinelli di Varese, i lati oscuri.
«Domenica 4 ottobre le “sentinelle in piedi”, hanno tenuto la loro veglia contro i diritti civili in Piazza della Libertà (sic) a Gallarate. Il Comitato Varese c’è si esprime sempre a favore di ogni forma democratica di espressione del pensiero e a favore della libertà di ogni espressione di dissenso e opinione ma rimarca che, quelle opinioni che si esprimono attivamente contro la libertà altrui, devono suscitare sempre allarme nell’opinione pubblica e devono essere democraticamente contestate» spiegano i rappresentanti della rete Varese C’è.
«Le Sentinelle in piedi, spesso anche inconsapevolmente, si espongono a questa critica: sia per il loro battersi contro l’estensione di diritti elementari ad altre persone, sia per la loro adesione a teorie allarmistiche e leggende metropolitane (come la teoria complottista sulla cosiddetta “ideologia gender”)». Così i contestatori raccontano il loro punto di vista sulla giornata in piazza: «Domenica quindi ci siamo presentati in piccola delegazione al presidio delle Sentinelle, per tentare un dialogo, rivelatosi impossibile, e partecipare alla manifestazione inscenando una piccola contestazione ironica: alcuni volontari si sono uniti alla veglia di lettura leggendo grandi libri dai titoli inventati ma adatti a incarnare le paranoie di quanti temono il complotto Gender. In Piazza erano presenti anche alcune decine di rappresentanti di associazioni gallaratesi e diversi privati cittadini che avevano a loro volta risposto all’appello delle sentinelle, presentandosi però per ribadire il proprio dissenso. Di fatto e senza che nessuno lo avesse previsto, il numero dei contestatori superava di tre o quattro volte quello delle sentinelle».
«Ribadiamo – continuano gli organizzatori del contropresidio – ancora una volta il massimo rispetto per ogni punto di vista pacificamente espresso, notiamo però che l’Italia attraversa un periodo di particolare recrudescenza dell’omofobia, mentre la politica non sembra intenzionata ad affrontare seriamente i problemi legati al riconoscimento dei diritti di tutti (ne sia un esempio l’incerta sorte del già modestissimo ddl Cirinnà sulle unioni civili). In questo contesto, scendere in piazza avendo come obiettivo l’attacco ai diritti altrui è ancor più pericoloso e irresponsabile. Ringraziamo i cittadini e le cittadine gallaratesi che hanno voluto manifestare pacificamente contro il pregiudizio e l’intolleranza, dimostrando di essere ancora una volta in numero maggiore rispetto alle sentinelle».
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