“Assemblee e comitati, anche da qui cresce la partecipazione”

Si apre la seconda "edizione" del bilancio partecipato, ma ci sono anche questioni aperte. L'assessore Cinzia Colombo difende il percorso: "Sta crescendo la consapevolezza, dei problemi ma anche di possibili soluzioni"

assemblea boschina 2012

C’è il bilancio partecipato, ma anche le assemblee di quartiere, anche nelle zone dove ci sono problemi emergenti, come in piazza Risorgimento. Sono alcuni dei punti del percorso di partecipazione a Gallarate, spesso richiamato dall’amministrazione comunale e spesso anche nel mirino dell’opposizione, in una città che vive anche in modo particolare il rapporto centro/periferia, tra il centro storico e i rioni che sono – in realtà – per lo più piccole comunità strutturate dalla forte identità, anche storica (sono stati in gran parte paesi autonomi). Cinzia Colombo, assessora alla partecipazione, dice che il percorso sta crescendo perchè non è fatto solo di iniziative guidate dall’amministrazione, ma anche di assemblee e comitati che nascono in città e vogliono interventi su problemi specifici.

Partiamo da piazza Risorgimento: secondo alcuni residenti sta diventando una delle “zone degradate” (vedi qui). Perchè avete deciso di fare un’assemblea specifica?
«Noi abbiamo immaginato una soluzione per rendere più frequentata e sicura, ma volevamo confrontarci sulle proposte dei cittadini che abitino in zona. Soluzioni non demagogiche, ma che rendano davvero fruibile l’area: noi pensiamo che uno spazio giochi attirerebbe famiglie e bambini, ma vogliamo confrontarci. Anche per far comprendere ai cittadini tutti gli elementi da considerare quando si ridefiniscono gli spazi, lavorando sulla partecipazione»

Per il bilancio partecipato avete stanziato 300mila euro, stessa cifra del 2015 ma con modalità più articolate, come abbiamo anticipato qualche settimana fa. A che punto siamo?
«Lo scorso anno avevamo presentato una serie di proposte facendo votare cittadini, avevamo già detto lo scorso anno prima forma. Quest’anno stiamo redigendo un regolamento da portare a capogruppo e consiglio comunale: l’idea è completare questo percorso a novembre e aprire la fase delle proposte già durante le vacanze di Natale, momento in cui si ha un po’ più di tempo per pensare le idee per la città e formalizzare le proposte. Questa fase proseguirà poi a gennaio»

Da Forza Italia sono arrivate critiche al modello delle assemblee partecipative e alla presenza nei quartieri, dopo la chiusura delle circoscrizioni
«Le circoscrizioni sono state chiuse per un Decreto del governo centrale nel 2010, ma già allora c’era l’opinione condivisa che le circoscrizioni erano diventate solo un apparato burocratico, che non creava partecipazione. Il tentativo nostro è anche costruire oggi alternative nei quartieri, che crei vera partecipazione, uscendo dal solo meccanismo della delega a chi viene votato. Il bilancio partecipato e le assemblee di quartiere specifiche, ma anche i progetti come critical mass nei rioni hanno appunto il senso di superare la sola delega, che non può essere l’unico strumento della democrazia a livello locale».

Ecco: le assemblee di quartiere. Anche qui Forza Italia ha criticato il meccanismo, dicendo che ci sono squilibri nella presenza nei diversi rioni e sottolineando che sono nati comitati di quartiere, considerati segnale di una critica e della necessità di ascolto.
«Averne di critiche così: se i comitati nascono (come accaduto a Cedrate per esempio) e attivano contatti con l’amministrazione comunale, significa che c’è davvero e sta crescendo la capacità di autoriganizzarsi. Perché i comitati hanno proposte e problemi da portare, ma anche perché trovano una parte istituzionale che è in grado di ascoltare. Noi non accettiamo tutte le proposte, anche quelle irrealizzabili: ci si confronta anche su norme, burocrazia che lega, limiti finanziari, si cercano soluzioni fattibili».

E questo sta succedendo? Dove per esempio?
«Noi abbiamo trovato realtà anche sempre più consapevoli dei limiti concreti con cui ci si deve confrontare, che fanno proposte frutto di studio e sostenibilità: a Crenna per esempio sono stati i cittadini a proporre quel “ring” che ha modificato la viabilità del centro, l’hanno fatta indicando anche esigenze diverse e limiti derivanti dal Codice della Strada. Una proposta che puntava alla sicurezza, ma che teneva conto anche dei diritti degli altri cittadini di altri quartieri: è una consapevolezza che è cresciuta. Allo stesso modo ci sono altri comitati e associazioni che si confrontano criticamente e portando proposte».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 30 Ottobre 2015
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