Basso, l’addio di un campione: “Oggi smetto di correre”

Il campione di Cassano Magnago annuncia il ritiro alla presentazione del Giro d'Italia. E il Varesotto perde uno degli sportivi più importanti degli anni Duemila

ivan basso maglia rosa arena verona giugno 2010

La caduta al Tour, la scoperta di un tumore ai testicoli, l’operazione e il decorso fortunatamente senza complicazioni. Gli ultimi mesi della carriera e della vita di Ivan Basso sono stati un susseguirsi di notizie e accadimenti molto particolari; una sequenza al termine della quale il campione di Cassano Magnago ha aggiunto una ulteriore decisione.

Ivan, 38 anni a novembre, ha comunicato quest’oggi – lunedì 5 ottobre – il proprio ritiro dal ciclismo agonistico. Una scelta che nell’ultimo periodo era nell’aria, un po’ per quanto scritto sopra, un po’ perché ultimamente i risultati sono mancati; e con quattro bimbi belli e vivaci a casa, stare per mesi lontano dalla famiglia diventa sempre più difficile.

«Non è un giorno triste, continuerò con il mio impegno nel ciclismo ma oggi finisco di correre» ha spiegato Basso dall’Expo, nel corso della presentazione del Giro d’Italia 2016. Non a caso: la corsa rosa è stata quella che ha consacrato il corridore di Cassano Magnago con le vittorie del 2006 e soprattutto per il trionfo del 2010, nel cuore dell’Arena di Verona. Dopo le polemiche, la squalifica per Operacion Puerto, la dignità di ripartire sotto le cure del professor Aldo Sassi (foto sotto: l’abbraccio tra i due subito dopo l’arrivo della cronometro conclusiva).

Con il ritiro di Ivan Basso il Varesotto “perde” (tra virgolette, in senso agonistico) uno dei più forti e importanti sportivi del territorio in questi tre lustri di inizio Duemila. Al netto della vicenda di tentato doping (Ivan non è mai risultato positivo, è stato condannato per essersi tolto aliquote di sangue da – eventualmente – utilizzare in caso di bisogno), stiamo parlando di un corridore capace di una carriera di altissimo profilo: campione del mondo under 23 nel 1998 a Valkenburg, il varesino ha poi approcciato il Tour de France vincendo prima la maglia bianca e poi toccando posizioni sempre migliori sino ai due podi del 2004 (terzo) e 2005 (secondo).

ivan basso aldo sassi

Dominatore al Giro 2006 con la maglia della CSC, Basso ha poi visto interrompersi bruscamente la carriera per la squalifica che, tra l’altro, gli ha fatto perdere il mondiale di casa nel 2008. Da lì la risalita: la firma con la Liquigas, il “Trentino” 2009, la maglia azzurra a Mendrisio e soprattutto il capolavoro del Giro 2010, il secondo della sua carriera. Poi la parabola di Basso è tornata a scendere, seppure con grande dignità.

Peccato per il numero relativamente ristretto di successi, ma come spesso accade chi vince poco sa anche vincere bene. E così restano indimenticabili i suoi trionfi a La Mongie nel Tour 2004 (davanti ad Armstrong, con dedica a mamma Nives), nella crono di Torino 2005 dopo una brutta crisi, quella all’Aprica 2006 con la foto del figlio Santiago nato poche ore prima, il capolavoro dello Zoncolan del 2010. Momenti che è valso la pena vivere, seguire, applaudire: per questo non possiamo che ringraziarlo.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Ottobre 2015
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