Inceneritore, Legnano vuole garanzie dal piano industriale

Il sindaco Centinaio mette alcuni paletti per la prossima assemblea dei soci: "Ok spegnimento anticipato ma solo se c'è un piano industriale dettagliato per il futuro"

Dentro l'inceneritore di Borsano (inserita in galleria)

«Siamo ormai ad ottobre ed è ora che Accam dia risposte concrete con un piano industriale dettagliato che dia risposte allo sviluppo dell’impianto di compostaggio per il quale Amga ha già ottenuto l’autorizzazione dalla città metropolitana, alla creazione di una nuova società che riunisca Aemme Linea Ambiente, Agesp e Amsc, la salvaguardia dei posti di lavoro e una partnership industriale per lo smaltimento della frazione indifferenziata».

Il sindaco di Legnano torna sulla vicenda Accam alla luce della decisione di spegnere l’inceneritore all’inizio del 2016. L’ormai famosa accelerazione impressa durante l’incontro tra il cda e i soci qualche giorno fa a Gallarate. Per Alberto Centinaio «l’assemblea dei soci del 9 ottobre dovrà andare oltre quanto preventivato dal presidente del consiglio di amministrazione». Non basta parlare solo di spegnimento e di risanamento del bilancio di Accam, dunque, ma vanno subito affrontati i nodi cruciali di questo passaggio storico.

Necessario, dunque, sarà formulare un piano industriale serio e particolareggiato e il Comune di Legnano annuncia che «contrasterà tutte le proposte che non prevedono questo pre-requisito» anche perchè, prosegue Centinaio, «bisogna dimostrare nei fatti contratti di servizio decennali a condizioni economiche maggiormente gravose rispetto a quelle precedenti».

Un riferimento chiaro al previsto aumento delle tariffe di conferimento ipotizzate dal presidente Cremona per sostenere i costi di bonifica (sempre che non se ne faccia carico la Regione, ndr), spese del personale, penali da pagare alla società che gestisce l’impianto per una rescissione anticipata del contratto.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Ottobre 2015
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