Mancano i redditi dei consiglieri, si accende lo scontro

Al centro c'è la norma che impone di pubblicare i redditi per i consiglieri e assessori: un gruppo fuori del consiglio comunale ha fatto un esposto, ma ora le accuse sono incrociate

municipio samarate comune

La mancata pubblicazione (in anni passati e oggi) dei redditi degli amministratori scatena uno scontro su tutta la linea a Samarate. È di pochi giorni fa l’esposto di Luigino Portalupi (candidato sindaco degli “arancioni”, oggi fuori dal consiglio comunale) che ha segnalato al Prefetto e all’Anticorruzione la mancata dichiarazione da parte di due consiglieri comunali di minoranza e di un assessore, Luca Macchi. Paolo Bossi, consigliere della lista d’opposizione Samarate Città Viva accusato da Portalupi, ha risposto a stretto giro di posta, ricordando di aver «sempre presentato le dichiarazioni» negli anni passati, fino alla sospensiva chiesta dall’ex presidente del Consiglio Comunale Stefano Cecchin.

«Sui redditi si è alzato un polverone sul poco» commenta oggi il sindaco Leonardo Tarantino, ridimensionando la vicenda. «Come sindaco non ho alcun dubbio che gli esponenti di giunta faranno ciò che prevede la norma: anche da consigliere provinciale Macchi ha sempre dato tutti i redditi, credo che abbia influito anche il 2015 intenso, con le elezioni di mezzo».

È però proprio  l’assessore Luca Macchi a partire al contrattacco, richiamando la posizione di altri ex assessori, in quella parte del PdL che ha divorziato da Forza Italia e alle elezioni è passato a sostenere la lista degli “arancioni”: «Ho curiosato nel sito comunale e quanto sospettavo è risultato veritiero. Non sono l’unico, insieme a Bossi e Borsani , a non avere presentato il reddito l’anno scorso , risultano mancanti all’appello anche l’ex presidente del consiglio Stefano Cecchin , l’ex assessore Pozzi Luciano e l’ex capogruppo del PDL Cappellano Massimo, oltre all’ex consigliere Ferrario Stefano». Una rilevazione – spiega Macchi – fatta dal sito del Comune e che sarà verificata con una richiesta agli uffici comunali presentata lo scorso 18 ottobre. «Guarda caso gli esponenti di una parte di un importante movimento ecclesiale cattolico che, nella scorsa campagna elettorale, ha scelto di scendere in campo con gli “arancioni” d Portalupi non sono stati oggetto dell’esposto al dott . Cantone. Come mai questa disattenzione?». Il riferimento è ai consiglieri vicini a CL, la cui componente (i “cattolici popolari”) solo pochi giorni fa ha annunciato l’addio alla lista degli “arancioni”.

Anche il sindaco Tarantino boccia la mossa di Portalupi e degli arancioni come «strumentale e incoerente», richiamando appunto la posizione degli ex consiglieri vicini a CL e i passati ruoli politici di Portalupi: «A fianco a lui fino poco fa c’erano persone che non avevano presentato dichiarazioni, persone che erano nel PdL quando lui aveva ruoli di primo piano».  In questa polemica su trasparenza e redditi derivanti da politica e lavoro privato s’inserisce anche la proposta del Movimento 5 Stelle di una mozione che impegni a estendere la pubblicazione di documenti sui consiglieri, tra cui la richiesta di pubblicazione dei carichi penali. «Decide il consiglio comunale, non certo io – dice Tarantino – ma mi pare eccessivo».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 22 Ottobre 2015
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