Pedemontana e il rischio idrogeologico del Lura in un incontro

“Non c’è pace per il Lura”, questo il titolo della serata organizzata da Legambiente per giovedì 8 ottobre

Torrente Lura

“Non c’è pace per il Lura”, questo il titolo della serata organizzata da Legambiente per questa sera, giovedì 8 ottobre, a Saronno a villa Gianetti. Occasione in cui l’associazione, che ha invitato rappresentanti di Regione Lombardia, del Parco del Lura e di Pedemontana, vuole approfondire le problematiche di questo corso d’acqua che scorre dai colli comaschi alle porte di Milano.

«Sarà un confronto aperto, per parlare degli effetti che la costruzione dell’autostrada Pedemontana ha avuto e potrà avere su questo torrente, ma sarà incentrato su due problematiche specifiche – spiegano da Legambiente -. La prima è che il Lura, dall’avvio dei cantieri dell’autostrada, ha visto una diminuzione sensibile della propria portata di magra con gravi effetti in particolare nel saronnese. Colpa dei lavori di Pedemontana che hanno provocato lo stravolgimento dell’alveo naturale del torrente o effetto della calda estate? Di certo a luglio ha piovuto poco, ma non è stata un’annata record quanto a siccità, ed inoltre le secche si sono riproposte anche in mesi molto più piovosi».

«Ad oggi non abbiamo certezze sulle responsabilità del cantiere autostradale nel determinare questo grave stato di cose – denuncia Giulia Alliata, del circolo Legambiente di Saronno – I dati sulla portata del Lura a valle del cantiere sono stati rilevati, ma fino ad oggi abbiamo incontrato un muro di fronte alle richieste di avere accesso a questi dati. Certo se si dimostrerà che ci sono responsabilità di Pedemontana o dell’impresa appaltante, i danni ambientali e le opere di ripristino li chiederemo a loro».

L’altra grande problematica, assai più grave, è quella legata all’autorizzazione allo scarico delle acque meteoriche raccolte dalla tratta autostradale che corre tra valle del Lura e SS35: «Sono le acque di piattaforma stradale, ma anche quelle di una intera porzione di bacino in territorio comasco, deviate artificialmente nel Lura per consentire a Pedemontana di correre in trincea profonda senza allagarsi alla prima pioggia – proseguono da Legambiente -. Secondo il progetto di infrastruttura, queste acque – che potrebbero convogliare un’onda di piena anche di 30 mc/sec – avrebbero dovuto essere confinate in un bacino artificiale prima di essere scaricate nel torrente, proprio per evitare l’eventualità di un evento in cui una simile enorme portata si sommasse all’onda di piena del Lura, causando inedite devastazioni a valle. Ma la vasca di laminazione di Pedemontana non è stata realizzata, e difficilmente lo sarà almeno per i prossimi 5 o 10 anni (periodo per il quale Pedemontana ha ottenuto l’autorizzazione provvisoria allo scarico anche in assenza di vasche)».

«Da anni, inascoltati, segnaliamo a prefetture e autorità di protezione civile l’inaccettabile rischio a cui la realizzazione di Pedemontana espone le comunità rivierasche del Lura, in particolare tra Saronno e Rho – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – Abbiamo anche diffidato le autorità di controllo dall’autorizzare lo scarico in assenza della vasca di laminazione progettata tra Lomazzo e Bregnano. Adesso non ci tocca altro che sperare che non piova troppo nei prossimi anni: ma in caso di alluvione sapremo a chi chiedere conto dei danni a persone e cose».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 08 Ottobre 2015
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