Pressioni, abusi e favori: così Mantovani esercitava il potere

La Procura ha ipotizzato tutta una serie di reati nei confronti del vicepresidente lombardo dall'annullamento di una gara per il trasporto dei dializzati alle pressioni per reintegrare un suo uomo in un posto chiave, fino agli appalti affidati ad un architetto in cambio di lavori gratis

mario mantovani

Sono diverse e pesanti le ipotesi di reato contenute nelle 210 pagine di ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Stefania Pepe a carico di Mario Mantovani, arrestato martedì mattina,e di altre 8 persone tra le quali anche l’assessore all’economia di Regione Lombardia Massimo Garavaglia (solo indagato).

L’indagine del sostituto procuratore Giovanni Polizzi avrebbe accertato i reati di abuso d’ufficio, concussione, corruzione e turbativa d’asta a carico del vice-governatore lombardo. Diversi gli episodi contestati al “faraone di Arconate”, come era stato soprannominato per la sua lunga esperienza da sindaco e per il potere economico-politico che esercitava in tutto l’Altomilanese e non solo. Su di lui aveva accentrato, infatti, numerose cariche da quella di sindaco di Arconate (ricoperta per due mandati) a quella di senatore, sottosegretario alle infrastrutture, assessore alla sanità (recentemente destituito dal presidente Maroni).

PRESSIONI AL PROVVEDITORATO – Secondo i magistrati Mantovani, approfittando delle sue numerose cariche, avrebbe fatto pressioni sul provveditore per le opere pubbliche della Lombardia e della Liguria Pietro Baratono perchè restituisse ad Angelo Bianchi il ruolo di Responsabile unico del procedimento per gli interventi di edilizia scolastica, precedentemente rimosso dal provveditore vicario Alfio Leonardi (che presentò l’esposto in procura alla base delle indagini, ndr). Mantovani, insieme al suo segretario Giacomo di Capua e allo stesso Bianchi avrebbero messo in atto pressioni sul neo-provveditore fino all’ottenimento del risultato, prospettando anche la revoca di alcune convenzioni stipulate con le scuole se il Bianchi non fosse stato reintegrato. Bianchi, infatti, era stato trasferito ad altre funzioni in seguito ad un rinvio a giudizio da parte del Tribunale di Sondrio per un caso di corruzione che lo vedeva coinvolto.

CORRUZIONE – Mantovani avrebbe affidato all’architetto Gianluca Parotti la progettazione di arredi per Palazzo Taverna ad Arconate (grazie anche alla presenza di Angelo Bianchi come responsabile del Provveditorato), tre appalti per servizi di ingegneria per la valutazione di rischio sismico e proposte progettuali per la messa in sicurezza di edifici scolastici nei comuni di Palazzolo sull’Oglio, Casalbuttano, Calvatone, Paderno Dugnano e Solbiate Olona ma anche l’appalto per la ristrutturazione del Pronto Soccorso dell’ospedale di Magenta e un appalto all’ospedale di Vigevano. In cambio Mantovani avrebbe ottenuto tutta una serie di prestazioni professionali per sue proprietà e per società a lui riconducibili (intestate ai figli, alla moglie e altri personaggi del suo entourage) praticamente a costo zero o, comunque, a prezzi inferiori a quelli di mercato.

TURBATIVA D’ASTA – A Mantovani viene addebitato anche l’annullamento di una gara da 11 milioni di euro per il trasporto dei dializzati nell’ambito dell’Asl Milano, dell’Asl di Milano 1 e dell’Asl di Pavia per un periodo di 24 mesi. Insieme all’assessore Massimo Garavaglia avrebbero fatto pressioni perchè si trovasse un modo per annullare la gara alla quale non avevano partecipato alcune associazioni vicine a Massimo Garavaglia, cosa che puntualmente si è verificata grazie alla collaborazione del direttore dell’Asl Milano 1 Giorgio Scivoletto.

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Pubblicato il 13 Ottobre 2015
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