Trasparenza, gli Arancioni scrivono a Prefetto e autorità anticorruzione

Al centro c'è la mancata presentazione delle dichiarazione dei redditi da parte di due consiglieri di Città Viva e dell'assessore Macchi

municipio samarate comune

Gli “arancioni” di Samarate si rivolgono al Prefetto (e addirittura all’Autorità anticorruzione) per chiedere che tutti i consiglieri depositino la loro dichiarazione dei redditi. «Non siamo soggetti che si fermano a fronte di questo comportamento “doroteo” dove tutti assentono senza nulla fare, sperando solo nella altrui dimenticanza e stanchezza» dicono Domenico Aiello e Luigino Portalupi, portavoce degli arancioni che oggi non sono rappresentati in consiglio comunale. Al centro, appunto, la mancata segnalazione dei redditi da parte di due consiglieri di minoranza della Lista Civica (Paolo Bossi e Giovanni Borsani) e di un assessore nominato dal sindaco, Luca Macchi.

«Abbiamo deciso di chiedere l’intervento della Autorità Anticorruzione e degli Organi competenti. Speriamo che i Funzionari di Samarate provvedano direttamente evitando di essere “commissariati” dall’Autorità e commettendo una “omissione di atti d’ufficio”» dicono gli arancioni. Che spiegano: «La decisione di intervenire drasticamente sul tema è conseguente alla “ipocrita” decisione assunta in Consiglio Comunale di revocare i Commissari delle commissioni elette dal Consiglio che non presentano in Comune la propria dichiarazione dei redditi. Siamo al stupefacente. I Consiglieri Borsani e Bossi votano in un nano secondo a favore e loro che violano la norma pretendono che altri la rispettano sino a chiederne la revoca. Il Sindaco presenta questo OdG e ne richiede il voto e si dimentica di avere un Assessore che non ha depositato e non deposita la propria dichiarazione dei redditi e lo stato patrimoniale».

Il consigliere Paolo Bossi (lista civica) contesta però nel merito le affermazioni degli arancioni di Portalupi: «ho presentato sempre le dichiarazioni (relative all’anno 2012 e al 2014, con mail alla segreteria comunale di cui ho tutta la documentazione)». Per quelle del 2013, Bossi ricorda a Portalupi che «il dott. Cecchin presidente del consiglio aveva richiesto un parere all’autorità competente per capire modalità e legittimità. Per questo quell’anno sono rimasto in attesa, come da indicazioni».

Gli arancioni hanno avviato da tempo una campagna (“Non mordere la mela”) sul rispetto delle norme etiche, richiamando anche le norme su conflitto di interessi e incompatibilità.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 16 Ottobre 2015
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