Storie di Imprese

Effegieffe: “Abbiamo la segatura nel sangue”

La falegnameria di Gallarate è un'azienda votata all'innovazione e alla lavorazione di nuovi materiali. Una realtà che mira ad ampliare il suo mercato e che non ha paura di sperimentare

«Abbiamo la segatura nel sangue». Inizia così Mauro Ferraro il racconto di tre generazioni di maestri falegnami. Oggi, a capo dell’azienda che ha fondato nel 1994 con un socio e attualmente condotta insieme alla moglie Rosalba, Ferraro ha aperto le porte della Effegieffe di Gallarate per mostrare ai lettori de l’Impresa delle Meraviglie”,  l’evoluzione della sua azienda in cui lavora anche il figlio Alessandro.

Mauro, quando inizia la storia della FGF?
«La storia inizia a Cassano Magnago, dove la famiglia di mio padre si era trasferita dal Veneto negli anni ’50. Papà ha sempre lavorato come dipendente, ma nel dopo lavoro si dilettava a fare cose sue e quasi tutte le sere le trascorreva nel piccolo laboratorio che si era costruito sotto casa».

È in quel laboratorio che ha iniziato il suo apprendistato?
«Sì. Quando tornavo da scuola, mio padre mi diceva di scendere a dargli una mano. È così che all’età di 14 anni ho iniziato a lavorare presso un’azienda e poi a frequentare una scuola serale per disegnatori d’arredi a Cardano al Campo. Lì ho imparato la Storia dell’Arte e il disegno tecnico».

Cosa succede dal suo diploma in poi?
«A 18 anni sono diventato operaio qualificato in un’azienda di Gallarate e a 21, era l’inizio degli anni ’80, dopo aver fatto il militare, sono diventato operaio specializzato. In sintesi avevo già raggiunto la massima qualifica a cui potevo ambire».

Rimaneva aprire un’azienda sua… Ma prima mi racconti delle sue esperienze da dipendente, sono state utili per diventare a sua volta imprenditore?
«Certo. In quegli anni ho affinato la mia tecnica in tre ditte, piccole e grandi e non solo in provincia di Varese. Queste aziende mi commissionavano anche lavori all’estero ed è grazie a queste esperienze che ho preso consapevolezza delle mie capacità professionali».

Arriviamo alla fondazione della FGF. Quando ha deciso di mettersi in proprio?
«Era il 1994 e dopo aver preso un capannone in un angolo seminascosto nella zona artigianale di Gallarate, abbiamo iniziato a proporci agli architetti conosciuti negli anni. Grazie al passaparola i nostri contatti sono cresciuti e le commesse per lavori d’arredo e complementi di altissima qualità, ad esempio in alcune concessionarie sparse tra la Lombardia e il Veneto, sono aumentate».

Da due che eravate oggi quanti siete?
«Siamo in sette, ma ai tempi d’oro eravamo in 11».

Passiamo alla produzione. Quali sono i vostri cavalli di battaglia?
«Oggi la Effegieffe produce arredamenti rigorosamente su misura, ma la nostra forza è che non lavoriamo solo il legno. Bensì materiali come il metacrilato, l’acrilico, il carbonio, l’alluminio, l’ottone. Inoltre, non siamo più solo un’azienda produttrice, forniamo anche consulenze progettuali, per lavori di arredo e per studio di prodotto, avendo la forza della prototipazione interna. Ci siamo evoluti e amiamo sperimentarci…».

Prego?
«Amiamo metterci alla prova, come uno scalatore che continuamente cerca di porsi nuovi obbiettivi».

Sperimentare però ha dei costi. Non è un rischio per un’azienda piccola come la vostra?
«Sì, ma per la Effegieffe migliorare i prodotti che ci vengono commissionati, significa trovare nuove soluzioni anche per nuovi potenziali clienti. Per noi innovare non significa solo soddisfare le richieste dei nostri clienti dal punto di vista dei materiali o della “meccanica” degli arredi, significa andare oltre i nostri limiti. Per esempio effettuiamo costantemente ricerche di mercato sui nuovi materiali, sul design e le tendenze in corso, e abbiamo sempre le antenne tese verso ciò che succede nel mondo dell’arredamento e non solo».

Per questo avete deciso di investire in risorse umane e aprire un ufficio commerciale?
«Sì. Ci consideriamo bravi a produrre, ma non altrettanto bravi a vendere. Così abbiamo deciso di inserire una figura che si occupasse di marketing e della costruzione di una rete commerciale, ad oggi pienamente operativa».

A proposito, anche questa primavera parteciperete al Fuori Salone di Milano?
«Sì. È dal 2013 che partecipiamo a questa iniziativa e da quest’anno pensiamo di lanciare una nostra collezione e con un nuovo brand.  Abbiamo esposto i nostri prodotti anche ad Expo Gate, grazie alla collaborazione con un designer con cui lavoriamo. Inoltre abbiamo esposto al SuperStudio Più, di via Tortona, durante il Fuori Expo».

Avete lavorato anche con l’estero?
«Abbiamo lavorato in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove abbiamo venduto articoli di nostra produzione. Inoltre, grazie ad alcuni architetti che lavorano all’estero, abbiamo raggiunto alcuni paesi asiatici e africani».

Siete soddisfatti del rapporto instaurato con Confartigianato?
«È importante per un’azienda come la nostra avere un partner come Confartigianato che ci supporta per la formazione professionale, la consulenza tecnica e le ricerche di mercato internazionali».

In FGF è entrato anche suo figlio Alessandro. Come si trova un ragazzo giovane in un’azienda come la vostra?
«Molto bene. È entrato in ditta poco dopo il diploma da programmatore informatico. Ha una forte passione per il design e la comunicazione e questo ci aiuta ad avere una visione meno artigiana e più innovatrice. Siamo contenti di averlo qui, visto che ha preso le redini dell’azienda».

In produzione ho visto un giovane stagista. Nell’immediato futuro prevedete qualche assunzione?
«Sì. Abbiamo bisogno di qualcuno competente in produzione e probabilmente inseriremo un laureato che supporti il lavoro di progettazione e design. Riguardo al nostro stagista, mi permetta di fargli i complimenti in questa sede. È veramente un bravo ragazzo, votato al lavoro e voglioso di imparare. È un piacere ospitarlo in azienda. Oltre che linfa nuova, è importante mescolare l’energia giovane con la sapienza dell’esperienza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Novembre 2015
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