Grand Hotel Excelsior, re e regine in vacanza a Varese

L'attuale sede della provincia di Varese e la sua storia

Casbeno antica

Una pattuglia di teste coronate: re, regine, principesse e imperatori. Il cuore di un eroe del risorgimento polacco, forse anche un generale e un ex presidente degli Stati Uniti. Tra leggenda e storia, riemergono pagine di una Varese dimenticata: la piccola Versailles di Milano e il suo Grand hotel Excelsior, ovvero Villa Recalcati, sede attuale della Provincia di Varese.

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Casbeno, un secolo e il circolo 4 di 25

La fonte è un libro da poco edito da Macchione, in cui si parla della storia di Casbeno. Tra le pagine vi è un elenco di nomi importanti di persone che hanno soggiornato a Varese nel Grand Hotel Exclesior. La villa era la dimora dei conti Recalcati  e venne trasformata in hotel, per inseguire il turismo d’élite dell’epoca, seguendo l’esempio degli edifici di Pallanza. L’albergo fu costruito da tre imprenditori: Gerolamo Geroni, Eugenio Maroni-Biroldi, Giacomo Limido. Aprì il primo luglio 1874. Aveva anche una “chiesa inglese”, per attirare la clientela anglosassone. L’inaugurazione fu sontuosa, ma la stampa locale non fu invitata e quindi scrisse solo sei righe in cronaca, un po’ piccata.

L’Exclesior metteva a disposizione 145 stanze, tutte arredate in modo ricercato. Ed ecco l’incredibile elenco degli ospiti, secondo quanto riporta il libro “Casbeno, i Casbenatt, il Circolo”:

il Kaiser prussiano Federico III, il generale Ulysses Simpson Grant (18esimo presidente degli Stati Uniti), il re Alberto Federico Augusto di Sassonia. Il principe Tomaso di Savoia, che tenne il banchetto di nozze all’Excelsior dopo le nozze con la principessa Isabella di Baviera. Vi soggiornò la regina d’Italia Margherita di Savoia, Carlo Hohenzollern di Romania, Carlo di Borbone, la regina Vittoria del Portogallo, il poeta Giosuè Carducci, lo scrittore Edmondo De Amicis, lo scapigliato Arrigo Boito, Alfonso Lamarmora, il politico Stefano Jacini, il pittore Giovanni Segantini, l’astronomo Giovanni Schiaparelli, l’intellettuale Francesco De Santis,  il poeta Antonio Fogazzaro, la principessa di Russia Olga Orloff. E ancora tanti turisti inglesi.

Nacque anche un ippodromo, nell’area dove oggi sorge il collegio Maria Ausiliatrice. Sulla presenza di Giuseppe Verdi esiste qualche dubbio. Secondo la tradizione il conte Giovanni Battista Morosini, proprietario di Villa Recalcati prima che divenisse hotel, lo chiamò per insegnare la disciplina del pianoforte alle figlie. Ma prove scritte non ve ne sarebbero. Più probabile invece la presenza di Giuseppe Parini. 

Il cuore dell’eroe risorgimentale polacco Tadeus Kosciusko si deve invece al fatto che Giovanni Morosini, a sua volta liberale di origine veneziana, sposò Taddea Emilia Zeltner, figlia di un amico intimo e sostenitore del condottiero.  Il polacco riparò in esilio, a casa di Zeltner, nel paese di Soletta in Svizzera. Kosciusko lasciò scritto nel testamento che voleva donare il suo corpo alla Polonia. Ma il suo cuore lo donò a Emilia Morosini, che lo custodì in un’urna di vetro e lo portò sempre con sé. Anche a  Varese .Il cuore fu tumulato in un cippo collocato nel giardino e vi rimase fino al 1895 quando, vent’ anni dopo la morte della contessa, fu traslato al cimitero polacco di Rappersill, in Svizzera. Nel 1927 tornò a Varsavia.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 06 Novembre 2015
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