«Ho visto gli svizzeri scendere un attimo prima della tragedia»

Francesco Augello, 42 anni, era sull’impianto quando è avvenuta la morte di Bernhard Bieler, cittadino svizzero caduto nel vuoto

31 ottobre laveno soccorso alpino

Parte dallo stato del “bidone” della funivia di Laveno Mombello, ora posto sotto sequestro, l’indagine della magistratura varesina sulla morte di Bernhard Bieler, il quarantesettenne caduto dall’impianto mentre scendeva a valle attorno alle 17 di ieri, 31 ottobre.

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Laveno, Soccorso alpino in azione 4 di 5

Bisogna capire con esattezza cosa sia avvenuto all’uomo mentre era a bordo della funivia di Laveno e come abbia fatto a cadere da un’altezza di diversi metri.

Bieler era salito in vetta per pranzare e si era fermato a Poggio Sant’Elsa nel pomeriggio insieme ad una compagnia di altri sei amici.

Poco prima delle 17, l’imbarco per la discesa.

A poca distanza dal bidone collegato alla fune d’acciaio, c’era anche Francesco Augello, 42 anni, professore di sistemi e reti informatiche e consulente tecnico del tribunale di Agrigento che ha contattato Varesenews per raccontare cosa ha visto.

«Mi ero accorto che la comitiva degli svizzeri era un po’ su di giri – racconta – . Li ho incrociati proprio mentre stavano scendendo. Io ho viaggiato da solo e i primi della compagnia erano a diverse decine di metri da me, più o meno alla distanza di quattro – cinque cestelli dal mio».

La discesa ha inizio e si avverte solo il rumore dell’impianto. Secondo il racconto, non c’era vento.

«Io ero al telefono e stavo rivolto verso la sommità della montagna – racconta Augello, che insegna all’Itis Feltrinelli di Milano – quindi non ho visto la caduta. Ho visto però il corpo di quell’uomo: era supino, con la testa rivolta a valle, leggermente inclinato».

A quel punto Augello chiama i soccorsi. «Ho subito chiamato i carabinieri, posso dire con l’esattezza l’ora perché è segnata sul cellulare: erano le 17.07».

Il professore però si spinge oltre, fa un video. «L’impianto non si è fermato dopo la caduta – spiega – . Così, mentre completavo la discesa, ho deciso di fare subito una breve ripresa video, della durata di una ventina di secondi. Il mio obiettivo era quello di riprendere il punto esatto in cui sono avvenuti i fatti. Le immagini non sono di ottima qualità in quanto realizzate in movimento, tuttavia le ho rese, insieme alla mia testimonianza, ai carabinieri di Laveno Mombello».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Novembre 2015
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