Masera: “È stata una prova di democrazia”
La Dichiarazione dei diritti in Internet è stata approvata e pubblicata il 28 luglio 2015. Contiene un preambolo e 14 articoli
«È stato un privilegio vedere da dentro come funziona la democrazia. A gennaio ritornerò alla “Stampa” con un bagaglio più ricco». Anna Masera, capo dell’Ufficio stampa e responsabile della comunicazione della camera dei deputati, è intervenuta a Glocal per parlare della Carta dei diritti della rete. Roberto Morandi, redattore di Varesenews, ha chiesto alla giornalista di ripercorrere le tappe di un documento che identifica la rete non solo con il concetto di media ma con un ambito sociale ben più ampio. «Internet è più cose – ha detto la giornalista – che compongono un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza».
Anna Masera ha ricordato il lavoro preparatorio fatto dal professor Stefano Rodotà che ha incontrato la sensibilità del presidente della camera dei deputati Laura Boldrini. Il giurista ha costituito un comitato ristretto formato da 4 esperti per la stesura della bozza e il 28 luglio 2014 per la prima volta in Italia la presidente della camera dei deputati ha istituito una commissione di studio su questi temi, composta dalla stessa Boldrini e da 10 deputati, uno per ogni gruppo parlamentare, a cui sono stati aggiunti 13 esperti. La consultazione pubblica durata cinque mesi che ha coinvolto tutti i portatori di interesse: fornitori internet, authority indipendenti, televisione pubblica, esperti di think tank, facebook, google, Osce, Confindustria e sindacati, ong e governo. Insomma, una consultazione pubblica che non ha precedenti.
Il risultato di un anno di lavoro è la dichiarazione dei diritti in Internet, approvata e pubblicata il 28 luglio 2015. La dichiarazione contiene un preambolo e 14 articoli che identificano i diritti e doveri della rete, tra cui: il diritto di accesso, alla conoscenza e all’educazione in rete, la neutralità della rete, la tutela dei dati personali, il diritto all’autodeterminazione informativa, il diritto all’inviolabilità dei sistemi, dei dispositivi e domicili informatici, il diritto all’identità, protezione dell’anonimato e il diritto all’oblio.
«Uno dei temi centrali è la sorveglianza – ha osservato la Masera – perché non è vero che se metti sotto controllo la rete sei in grado di prevenire il terrorismo. La sorveglianza di massa può solo danneggiarci».
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