Mauro Porcini: da Varese al vertice di PepsiCo

Il Chief design officer di PepsiCo è tornato nel suo ex liceo per incontrare i ragazzi e stimolarli ad affrontare il futuro con grandi sogni

Mauro Porcini

Leggete i libri, viaggiate tanto, siate curiosi e appassionati della conoscenza. È la ricetta del futuro che Mauro Porcini, Chief design officer di PepsiCo ha svelato agli alunni del Liceo Ferraris di Varese. Lui, ex studente e oggi considerato uno dei 40 uomini sotto i 40 anni di maggior successo nel mondo del business, ha raccontato per due ore la sua vita iniziata proprio a Varese, anzi a Gallarate, e poi proseguita a Milano, Dublino, Minneapolis e New York.

Un percorso che lo visto studente  del liceo scientifico varesino e poi del Politecnico di Milano dove scelse, per caso, di frequentare un corso appena avviato: design industriale. Una vita di sfide sempre vissute con grande passione perché “ogni scelta sbagliata costa all’azienda miliardi di dollari ” (PepsiCo è la seconda multinazionale al mondo nel campo del cibo e delle bibite ).

È a capo di una divisione in forte crescita, avviata solo tre anni fa e che oggi conta 100 addetti e presto li triplicherà. Una posizione direttamente collegata con l’amministratore delegato, senza intermediari. È lui il regista degli eventi trendy di PepsiCo, come lo spettacolo musicale nell’intervallo del SuperBowl, sempre lui che firma presentazioni, lanci, serate che connettono arte, cultura, moda, design per uno dei massimi brand mondiali nel campo delle bibite e del cibo: « Stiamo preparando per il 28 maggio un evento strepitoso che si svolgerà a Milano, legato alla finale della Champions»…

Nelle due ore di lezione, Mauro Porcini ha spiegato ai ragazzi il mondo in piena evoluzione che sta di fuori: « È un momento magico. Internet ha stravolto le regole. Oggi i nostri competitor non sono solo marchi forti e famosi ma anche giovani intraprendenti che hanno idee creative e trovano sul web facili vie per sfondare. Alla vostra età, io, per potermi informare, dovevo muoversi fisicamente. Oggi voi avete tutta la conoscenza a portata di click. E questo fa la differenza».

Il mondo di Porcini sembra irraggiungibile, lontano fisicamente da quell’aula magna che raccoglie attenti e curiosi i ragazzi dell’ultimo anno del Ferraris: « Quello che oggi sono  è il frutto di un percorso che ha solide radici in Italia e nella sua cultura. Se non avessi fatto quel percorso, non avessi studiato ciò che ho studiato, oggi non avrei gli strumenti. Gli italiani hanno un grandissimo dono: “il problem solving” che, detto in parole povere, è l’arte dell’arrangiarsi. Siamo abituati ad affrontare i problemi con la scarsità di strumenti a disposizione, riusciamo a connettere situazioni inedite e a ricomporle nel modo vincente. Ciò che ci manca è la forza di trasformare questo nostro spirito in qualcosa di più elevato, di spingerlo a diventare una realtà mondiale. Il mio ruolo in azienda è quello di connettere situazioni diverse, iperspecializzate ma incapaci di relazionarsi».

Mauro Porcini

Cosa occorre per mantenere un profilo vincente? « Oggi è cambiata la comunicazione. La pubblicità tradizionale non fa più presa. Ci sono nuove strategie emotive ed emozionali che devono parlare ai sogni e ai desideri dell’individuo. Occorre intercettarli sul nascere e saperli interpretare. Ognuno di noi è veicolo di comunicazione: le scelte che fa, come si veste, i suoi desideri, sono tutti dettagli di un racconto. Da quel racconto bisogna partire per fare una narrazione che inglobi il brand che diventa, a sua volta, oggetto di emozione e veicolo di comunicazione. La narrazione avviene su tre livelli : il primo è l’emotività profonda e viscerale, poi c’è quella più razionale e poi la condivisione. I social hanno modificato profondamente il modo di relazionarsi: oggi bisogna puntare sull’amplificazione che gli utenti fanno peri te. Il marchio non parla più direttamente ma è oggetto di conversazioni».

Partire da Varese e conquistare New York non è da tutti: « Bisogna avere dei sogni grandi e delle prospettive allargate. Curiosità e apertura mentale. Non fermatevi mai ma continuate a cercare, scoprire, conoscere. Un luogo nuovo, un incontro modificano la prospettiva dando spunti innovativi. Rimango sorpreso da tanti discorsi che sento ripetere in questi giorni qui in Italia: io sono di New York, abituato a convivere con etnie e religioni diverse, dove il confronto e la conoscenza ci permettono di superare gli ostacoli e creare altri parametri di relazione».

L’incontro di oggi era organizzato dall’associazione “ex alumni” del liceo Ferraris che ha introdotto la mattinata annunciando di aver inserito di diritto Andrea Paltani, lo studente tragicamente scomparso in un incidente e che ha lasciato un profondo vuoto in tutta la scuola.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Novembre 2015
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