Il lavoro va in borsa. Rasizza: “Con Openjobmetis siamo i primi a farlo”

Sul mercato 5 milioni di azioni. L’operazione porterà nelle casse della società di Gallarate circa 20 milioni di euro, capitali freschi che verranno impiegati per proseguire nella strategia di crescita

Openjobmetis

Il grande giorno per la Openjobmetis spa è arrivato: venerdì 20 novembre dopo il via libera della Consob si è aperta ufficialmente l’offerta per la quotazione in Borsa nel segmento Star.  Un’operazione costruita nel tempo e dopo 14 anni di esperienza in un settore difficile com’è quello del mercato del lavoro italiano. «Siamo la quinta agenzia per il lavoro in Italia, ma siamo i primi a quotarci nel segmento più complicato» ha detto l’amministratore delegato Rosario Rasizza durante la conferenza stampa al Four Season di Milano.

L’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione, che terminerà alle 13 e 30 del  30 novembre 2015,  comprende 5.000.125 azioni, di cui 2.900.000 di nuova emissione e 2.100.125 offerte in vendita dagli azionisti, che verranno collocate ad un prezzo minimo non vincolante di 6 euro per azione ed un massimo vincolante di 7 euro (il valore dell’azienda è compreso tra 64 e 75,7 milioni).  L’operazione dovrebbe portare nelle casse della società di Gallarate (Varese) circa 20 milioni di euro, capitali freschi che verranno impiegati per proseguire nella strategia di crescita.

A partire dal 2001, anno della sua fondazione, la storia di Openjobmetis è infatti costellata da continui processi di acquisizione e fusione. Nel 2003 il primo punto di svolta con l’ingresso nel capitale sociale del fondo Wisequity. «Il private equity – racconta Rasizza – è stato determinante perché ci ha insegnato la disciplina, la coerenza del percorso e soprattutto il rigore dei numeri. Senza quel passaggio oggi non potevamo quotarci». Il fondo ci aveva visto giusto perché la riforma Treu nel 1997 aveva aperto ai privati un mercato sconfinato che fino ad allora era stato riservato al pubblico. Una situazione che l’ad di Openjobmetis sintetizza in una battuta: «Bastava gettare la rete e si pescava».

La storia continua con l’acquisto di Pianeta Lavoro e a seguire In Time, QuandoccoRre, Job, fino al 2011 anno della fusione con Metis spa della famiglia Vittorelli, che darà vita alla attuale Openjobmetis, società a capitale totalmente italiano e tra i principali operatori del settore con 119 filiali distribuite in tutta Italia, isole comprese, e 400 milioni di euro di ricavi (dato del 2014).

Openjob e Metis al momento della fusione avevano solo 11 clienti sovrapposti e un mercato dalle enormi potenzialità. Le slide mostrate da Rasizza mostrano infatti che dal 2012 al 2014, quindi nel bel mezzo della crisi, la crescita è stata del 6,5% e del 19,6% nell’anno in corso.

La quotazione in borsa di Openjobmetis si affaccia su un futuro che secondo l’ad ha due premesse positive: da una parte, le previsioni di crescita del pil che faranno crescere la domanda di lavoro, dall’altra, una riforma del lavoro che va nella giusta direzione. «Il Jobs act – conclude Rasizza – ha messo ordine nel concetto di flessibilità nelle aziende, semplificando molto». Aspetto quest’ultimo non da trascurare, considerato che in Italia esistono ancora i contratti «“Lavorazione budella e trippa” e “Orli e merletti”».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Novembre 2015
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