Vandalo come Garibaldi, un cavallo eroe del Risorgimento

“Veloce come Vandalo” di Mario Natucci sarà presentato venerdì 27 novembre alle 18 alla libreria Feltrinelli di Varese. Interverranno l'autore e Gianni Corsolini

vandalo

Ci sono dei momenti storici in cui anche un cavallo puo’ rappresentare il sentimento di riscatto di un intero popolo. Negli Stati Uniti, subito dopo la Grande Depressione del 1929, questo ruolo toccò a Seabiscuit, purosangue non troppo bello da vedere, che correva veloce come il vento. Un cavallo dal carattere difficile, gli arti sgraziati e un’azione scomposta, capace però di entusiasmare le folle che negli anni Trenta riempivano gli ippodromi americani per assistere alle sue rimonte impossibili.

Anche l’Italia, appena unita, ha avuto un cavallo come simbolo del Risorgimento: il trottatore Vandalo che, 150 anni prima del celebre Varenne, riempì di orgoglio i nuovi cittadini italiani, facendo diventare il trotto uno sport popolare e il potente roano l’atleta più amato dagli italiani. Nella seconda metà dell’Ottocento la febbre da cavallo colpiva tutti senza distinzione di ceto: nobili, politici, contadini e tanta gente comune. Re Vittorio Emanuele II discuteva di corse con Camillo Benso conte dCavour e sosteneva l’organizzazione delle gare di trotto e galoppo. Nelle sue scuderie passavano i migliori campioni, tra cui per un certo periodo anche il ribelle Vandalo, il prodotto più prestigioso dell’allevamento italiano, figlio di Huntsman, purosangue inglese, e Cassandra, una Norfolk.

Quella delle scuderie regie non fu un’esperienza felice perché il carattere indomabile di Vandalo gli costò molte frustate e una brutta tendinite. Sarà l’allevatore emiliano Alessandro Falzoni Gallerani, affascinato dalla potenza e dalla sua bellezza selvaggia, a farlo rinascere fino a trasformarlo in un grande campione di trotto e in un eroe risorgimentale, come sottolinea lo scrittore Alfonso Gatto: «La sua fama, dalla Padania, era corsa fino alle terre basse del reame. Fra Garibaldi e Verdi, alla loro altezza, c’era lui».

Per molti anni «Veloce come Vandalo» fu un modo di dire usato correntemente dagli italiani. Infatti, se è vero che tutti i cavalli sono nati per correre, solo pochi, anzi, pochissimi, sono nati per vincere. E Vandalo era uno di questi e la sua velocità era irragiungibile sia per gli avversari nostrani che per quelli stranieri.
La storia romanzata “Veloce come Vandalo” (Nomos Edizioni), scritta dal giornalista Mario Natucci, ricostruisce la vicenda di questo cavallo, capace di far appassionare gli italiani proprio come qualche anno più tardi faranno Fausto Coppi e Gino Bartali.
Vittorio Feltri, appassionato di cavalli e discreto driver, nella presentazione al libro ricorda la generosità di questi splendidi e commoventi animali «che per un po’ di fieno e una manciata di biada hanno servito i cittadini moderni di tutto punto, ricevendo quale compenso solo frustrate, sempre sacrificandosi fino all’ultimo, anche al macello, e terminando la loro vita dentro un piatto, trasformati in bistecche e spezzatino. Un orrore. Un’esaltazione dell’irriconoscenza».

Veloce come Vandalo” sarà presentato venerdì 27 novembre alle ore 18 alla libreria Feltrinelli di Varese. Interverranno Mario Natucci e Gianni Corsolini.

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Mario Natucci
Veloce come Vandalo
Nomos Edizioni
pag. 216
14,90 euro
Prefazione di Vittorio Feltri
Il libro è disponibile in ebook a 2,99 euro

di
Pubblicato il 26 Novembre 2015
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