Ballante (Fim): “In molti casi il welfare è già oggetto di contrattazione”

Mario Ballante, segretario provinciale della Fim Cisl, non sembra sorpreso delle dichiarazioni di Emmanuele Massagli, il giuslavorista presidente di Adapt, relative alla bozza della Legge di stabilità nella parte in cui si prevede di erogare i premi di produttività non solo “in busta paga”, ma anche mediante opere e servizi di welfare, superando così il divieto contenuto nella normativa fiscale alla contrattazione aziendale dei piani di welfare per i dipendenti.

«La cosa non mi stupisce – commenta il sindacalista – perché di fatto i servizi di Welfare vengono già contrattati in tante  situazioni, a partire dagli accordi con Confartigianato Imprese Varese, sul cui portale è comparsa l’intervista a Massagli. Qualcuno, quell’intervento, potrebbe considerarlo rivoluzionario perché mette pesantemente in discussione il monopolio del sindacato nella contrattazione che non è un’ortodossia. Ciò che rileva però è una contraddizione evidente: da una parte si dice che bisogna incentivare la contrattazione decentrata, articolata e territoriale, dove le parti sociali hanno un ruolo importante, e dall’altra si vuole inserire nella Legge di Stabilità questa norma che di fatto sottrae la materia alla contrattazione delle parti sociali. Tra l’altro non bisogna pensare che i premi di risultato riguardino solo le grandi aziende o i grandi gruppi industriali come ad esempio Finmeccanica, perché interessano moltissime pmi, tra cui tante aziende artigiane. Rispetto agli artigiani mi chiedo quale sia il problema visto che grazie agli enti bilaterali si sono fatti accordi innovativi proprio sul welfare integrativo a beneficio di tutti, compresi gli stessi imprenditori».