Batosta di fine anno a Reggio per la Openjobmetis

Biancorossi battuti 86-69 da Polonara&C, che arrivano anche ad avere 30 punti di vantaggio a fine terzo periodo. Disastrosa la coppia Wayns-Davies, si salva solo Campani

Openjobmetis - Vanoli 2015

Si taglia con un Grissin, come in una famosa reclame del tonno, la Openjobmetis di Moretti sul campo di Reggio Emilia. Anzi, più che tagliarsi, la squadra biancorossa, si maciulla a lungo a causa di un attacco per larghi tratti improduttivo e di una difesa troppo leggera: un mix che consente ai vicecampioni d’Italia di toccare anche le trenta lunghezze di vantaggio su Varese, che solo nel finale rassetta almeno un po’ il punteggio e perde 86-69.

Ennesima conferma che la formazione di Moretti non è in grado di reggere l’urto delle compagini “del piano di sopra”: non parliamo di posizione di classifica, perché con Cremona (battuta) e Pistoia (quasi) Varese ha saputo fare la propria parte, ma di caratura dell’avversaria: la Grissin Bon – come Milano, Sassari, Trento o Venezia – ha profondità, peso, esperienza di alto profilo per la nostra Serie A, e contro rivali simili Wayns e soci vanno regolarmente a sbattere, attraversando lunghi minuti di rottura prolungata. Prendete il primo e il terzo periodo del PalaBigi, quando Varese in attacco si è dimostrata arruffona, imprecisa, incapace di arrivare a canestri semplici: fardello naturalmente pagato in retroguardia, perché quando calano produttività e serenità, anche la difesa ne risente. E se contro rivali meno scafate, certi passaggi a vuoto possono essere limitati, contro Reggio Emilia è il contrario: capiti i momenti di difficoltà, gli uomini di Menetti hanno giustamente dato quei colpi di acceleratore rivelatisi decisivi sulle sorti della gara.

Ed è difficile anche salvare qualcuno, tra i biancorossi: al di là di qualche tabellino decente ma arrotondato a gara finita (vedi Cavaliero), il solo a meritare una sufficienza pure ampia, è stato Luca Campani che, ricordiamo, gioca sempre con un ginocchio infiammato. Per il resto, tanti piccoli e grandi disastri con l’accoppiata play-pivot, ovvero Wayns-Davies, tornata inguardabile e dannosa dopo la fiammata vincente del supplementare con Cremona. Varese, ricordiamo, ha sempre un’ultima carta da giocare sul mercato (delle guardie) per sostituire Galloway: anche la partita di Reggio conferma quanto già si sapeva, e cioé che questa volta, proprio, non si può sbagliare. Pena, il rischio fondato di cadere all’inferno.

PALLA A DUE – In un PalaBigi imbattuto in questa stagione non manca qualche volenteroso tifoso varesino per sostenere la squadra contro una Grissin Bon strafavorita. Moretti sceglie di nuovo Kangur come ala forte titolare ai danni di Faye, Menetti invece può contare su quattro italiani da quintetto compresi gli ex De Nicolao e Polonara. Veremeenko è il solo straniero dei reggiani alla contesa iniziale.

LA PARTITA – Davies segna lo 0-2, ma è la classica rondine che non fa primavera. Varese subisce infatti un parziale di 14-0 in 6′ che spiega fin da subito il finale del film. Kuksiks rompe il digiuno, la Openjobmetis trova un paio di minuti decenti ma Gentile e Della Valle dall’arco chiudono la prima fase sul 27-11, numeri già decisivi.
Nel secondo quarto la squadra di Moretti migliora ed esprime forse l’unico momento di gioco all’altezza: non a caso i biancorossi tornano e restano attorno al -10 per tutto il periodo pur senza avere nessuno in grado di segnare con continuità. L’ultimo pallone però è una condanna: dal possibile -8, si passa al 39-27 con una persa di Varanauskas seguita da canestro di De Nicolao in contropiede.

Dopo l’intervallo, la grandinata si fa insostenibile: Varese comincia subito male e il divario assume contorni a tratti imbarazzanti con Della Valle a dominare e la coppia Veremeenko-Lavrinovic a darsi il cambio nel pitturato dove Davies è un fantasma e gli altri non aiutano. In più Faye, dopo un fallo subito da Gentile, deve uscire a farsi medicare e non rientrerà più.

IL FINALE – Il cesto da metà campo di Varanauskas sulla terza sirena (72-42) dà a Varese almeno un pizzico di vitalità per affrontare l’ultimo periodo. Il lituano, insieme a Campani (che macina punti dalla lunetta) e a Cavaliero riporta la Openjobmetis sotto i 20 di scarto e, almeno per la statistica, salva la faccia a una squadra apparsa ancora in grave crisi d’identità. Ora il capodanno senza impegni agonistici e il derby con Cantù del 3 gennaio, ultima di andata: in tanti hanno iniziato a incrociare le dita, perché naufragare contro gli storici avversari, in casa, farebbe ben più male rispetto all’imbarcata in Emilia. 

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Dicembre 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da umberto

    caro signor coppa…. un pubblico esamino non sarebbe ora di affrontarlo?
    in ogni caso FORZA VARESE
    umberto ermolli

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